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20/08/2021, ore 14.51, vediamo se stasera si fa qualcosa con Gianni, altrimenti https://www.staseraintv.com/ venerdi
20
agosto
2021
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Gli incubi di alcuni ragazzi si materializzano con
l'apparizione di un mostruoso assassino con lame di rasoio al posto
delle unghie. Il film del regis... [continua] |
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20/08/2021, ore 14.49, da https://www.philippematignon.it/pm_it/leggings-pantacollant-ghette-a011700pm.html
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20/08/2021, ore 14.48, da https://it.wikipedia.org/wiki/Pio_X
Papa Pio X
Papa Pio X | |
---|---|
257º papa della Chiesa cattolica | |
Elezione | 4 agosto 1903 |
Incoronazione | 9 agosto 1903 |
Fine pontificato | 20 agosto 1914 |
Motto | Instaurare omnia in Christo |
Cardinali creati | vedi Concistori di papa Pio X |
Predecessore | papa Leone XIII |
Successore | papa Benedetto XV |
Nome | Giuseppe Melchiorre Sarto[1] |
Nascita | Riese, 2 giugno 1835 |
Ordinazione diaconale | 27 febbraio 1858 |
Ordinazione sacerdotale | 18 settembre 1858 dal vescovo Giovanni Antonio Farina |
Nomina a vescovo | 10 novembre 1884 da papa Leone XIII |
Consacrazione a vescovo | 16 novembre 1884 dal cardinale Lucido Maria Parocchi |
Elevazione a patriarca | 15 giugno 1893 da papa Leone XIII |
Creazione a cardinale | 12 giugno 1893 da papa Leone XIII |
Morte | Roma, 20 agosto 1914 (79 anni) |
Sepoltura | Basilica di San Pietro in Vaticano |
Firma | |
San Pio X | |
---|---|
Papa | |
Nascita | 2 giugno 1835 a Riese Regno Lombardo-Veneto |
Morte | 20 agosto 1914 (79 anni) a Roma Italia |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 3 giugno 1951 da papa Pio XII |
Canonizzazione | 29 maggio 1954 da papa Pio XII |
Ricorrenza | 21 agosto, 3 settembre (messa tridentina) |
Attributi | abito talare papale, abito corale papale, manto papale, triregno |
Papa Pio X (in latino: Pius PP. X, nato Giuseppe Melchiorre Sarto; Riese, 2 giugno 1835 – Roma, 20 agosto 1914) è stato il 257º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (1903-1914). Fu proclamato santo nel 1954. È ricordato soprattutto per la difesa intransigente dell'ortodossia della dottrina cattolica, concretizzatasi nella condanna e lotta al modernismo teologico (con l'enciclica Pascendi Dominici Gregis del 1907), e per la redazione del Catechismo Maggiore detto comunemente, appunto, "di Pio X".
Biografia
Le origini e la carriera
Giuseppe Melchiorre Sarto nacque a Riese - comune che dal 1952 ha assunto la denominazione di Riese Pio X, in provincia di Treviso - secondo di dieci figli in una famiglia modesta. Suo padre Giovanni Battista (1792-1852) era, oltre che fattore, cursore dell'amministrazione asburgica (assimilabile alle odierne funzioni di messo comunale) e sua madre, Margherita Sanson (1813-1894), una modesta sarta di campagna.[2]. Egli si distinse da molti suoi predecessori e successori proprio per il fatto che il suo cursus honorum fu esclusivamente pastorale senza alcun impegno presso la curia o nell'attività diplomatica della Santa Sede.
Ricevette la tonsura nel 1850 ed entrò nel seminario di Padova, grazie a una borsa di studio ottenuta tramite il patriarca di Venezia Jacopo Monico, suo compaesano. Fu ordinato prete nel 1858 dal vescovo di Treviso, Giovanni Antonio Farina, e divenne cappellano della parrocchia di Tombolo. Nel 1867 fu promosso arciprete di Salzano e poi, nel 1875, canonico della cattedrale di Treviso e cancelliere vescovile, fungendo nel contempo da direttore spirituale nel seminario diocesano, esperienza della quale serberà sempre un ottimo ricordo.
Il 10 novembre 1884 fu nominato vescovo di Mantova; ricevette la consacrazione episcopale sei giorni dopo nella basilica di Sant'Apollinare in Roma dal cardinale Lucido Maria Parocchi. Come vescovo di Mantova partecipò al primo Congresso catechistico nazionale tenutosi a Piacenza tra il 24 e il 26 settembre 1889 e presentò un voto a favore di
«...un catechismo popolare storico-dogmatico-morale redatto in domande brevi e risposte brevissime» |
comune per tutta Italia poiché riteneva che il catechismo del Bellarmino
«...tornasse molto difficile alle menti rozze non solo dei bambini, ma anche degli adulti che in questa parte sono quasi geniti infantes[3]» |
Successivamente ricoprì la carica di patriarca di Venezia. Il governo italiano rifiutò peraltro inizialmente il proprio exequatur, asserendo che la nomina del patriarca di Venezia spettava al Re e che, inoltre, Sarto era stato scelto su pressione del governo dell'Impero austro-ungarico. Giuseppe Sarto dovette quindi attendere ben 18 mesi prima di poter assumere la guida pastorale del patriarcato di Venezia. Con la nomina a patriarca egli ricevette pure la berretta cardinalizia nel concistoro del 12 giugno 1893.
Il conclave
Alla morte di papa Leone XIII il candidato più probabile al soglio di Pietro era considerato il segretario di Stato Rampolla. All'apertura del conclave il 1º agosto 1903, la sorpresa: il cardinale Puzyna, arcivescovo di Cracovia, comunica che l'imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe, usando un suo antico privilegio quale sovrano di un impero cattolico, pone il veto all'elezione del cardinale Rampolla.
I motivi del veto sarebbero non soltanto politici, in particolare la vicinanza del Rampolla alla Francia e le sue idee più aperte, ma anche personali; il Rampolla, quale segretario di Stato, avrebbe infatti cercato di influenzare Leone XIII a negare una sepoltura cristiana all'arciduca Rodolfo d'Asburgo-Lorena, figlio del sovrano, suicidatosi durante i fatti di Mayerling.
Nonostante l'indignazione di molti cardinali il conclave decise comunque di obbedire alla volontà dell'imperatore, così la candidatura di Rampolla sfumò e i suffragi si orientarono sul patriarca di Venezia, che fu eletto il 4 agosto e incoronato il 9. Prese il nome pontificale di Pio X in onore dei suoi ultimi predecessori Pio VI, Pio VII, Pio VIII e Pio IX. Scelse come motto del suo pontificato Instaurare omnia in Christo (Efesini 1,10[4]) e lo attuò con coraggio e fermezza.
A Roma lo seguirono le sorelle Rosa, Anna e Maria[5], oltre a mons. Giovanni Battista Parolin (1870-1935)[6], figlio della sorella Teresa[7] e unico nipote del Sommo Pontefice.[8], che presenziò all'incoronazione[9] e, già arciprete della Cattedrale di Treviso il giorno stesso fu nominato Canonico Vaticano, su proposta del cardinale Merry del Val.[7] La famiglia si trasferì in un appartamento in piazza Rusticucci.[6][10][11]
Una delle prime decisioni di Pio X fu proprio l'abolizione, con la costituzione apostolica Commissum Nobis, del cosiddetto jus exclusivae (o veto laicale), una forma di veto che spettava ad alcuni sovrani cattolici e grazie al quale egli era divenuto pontefice.[12]
Il pontificato
Blasonatura dello stemma |
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D'azzurro, all'ancora a tre braccia di nero cordonata di rosso, posta in banda sopra un mare ondato al naturale e sormontata nel capo da una stella a sei punte d'oro, col capo di Venezia: d'argento, al leone alato passante, guardante e nimbato, tenente con la branca anteriore destra un libro recante la scritta: PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS e una spada, il tutto d'oro. |
Il nuovo Papa, consapevole di non avere alcuna esperienza diplomatica né una vera e propria formazione universitaria, seppe scegliere dei collaboratori competenti come il giovane monsignore Rafael Merry del Val, di soli 37 anni, poliglotta e direttore della Pontificia accademia ecclesiastica, oltre che segretario del conclave del 1903, nominandolo proprio segretario personale e, poi, segretario di Stato e prefetto del Palazzo Apostolico, ancora prima di crearlo cardinale con il titolo di Santa Prassede nel concistoro del 9 novembre 1903. Sostituì in tal modo proprio il cardinale Rampolla, sostanzialmente messo a riposo, assumendo la carica di segretario di Stato il 12 novembre 1903 e ricoprendola fino al 20 agosto 1914. Dal 1911 Merry del Val fu pure camerlengo. Stante la propria inesperienza, Pio X lasciò a Merry del Val sostanzialmente campo libero nella conduzione della diplomazia vaticana.
Papa Pio X visse parcamente, assistito dalle sorelle, in un appartamento fatto allestire appositamente.
Caratteristico e storicamente importante fu l'indirizzo teologico che diede alla Chiesa cattolica durante tutto il suo pontificato, la cui linea può essere definita sinteticamente come tradizionalista, in particolare per la lotta ingaggiata contro il modernismo attraverso il decreto del Sant'Uffizio, Lamentabili Sane Exitu (3 luglio 1907) e l'enciclica Pascendi Dominici Gregis (8 settembre 1907), a cui seguì l'approvazione personale del Sodalitium Pianum, una rete di informazione che indagava su teologi e docenti sospettati di modernismo. Si stava infatti diffondendo all'interno del mondo cattolico e in ampi settori della stessa gerarchia ecclesiale, una sorta di rivisitazione filosofica della teologia cattolica sotto l'effetto dello scientismo di fine Ottocento. In risposta al modernismo teologico, Pio X introdusse dal 1º settembre 1910 il giuramento della fede per tutti i membri del clero.
Fu Pio X ad avviare la riforma del diritto canonico, che culminerà nel 1917 con la promulgazione del Codice di diritto canonico, e a redigere il Catechismo che porta il suo nome (Catechismo di Pio X, 1905).[13] Anche sul piano della gestione patrimoniale fu lui a unificare i redditi dell'obolo di San Pietro e quelli del patrimonio del Vaticano. Ma, soprattutto, riformò la Curia romana con la costituzione Sapienti consilio del 29 giugno 1908, sopprimendo vari dicasteri divenuti inutili. Raccomandò ai paesi cattolici l'uso della pronuncia ecclesiastica latina nelle scuole. Poco prima di morire era intento a completare gli studi preparatori di un documento (poi abbandonato dai successori) relativo alle condizioni di liceità dell'esercizio del diritto di sciopero.
Il nome di Pio X è legato anche alla riforma del canto gregoriano. Con il Motu proprio Inter pastoralis officii sollicitudines (22 novembre 1903)[14], il pontefice impose il canto gregoriano nella liturgia e fornì precise istruzioni circa l'uso della musica nelle funzioni religiose.
Pio X creò il primo cardinale sudamericano della storia della Chiesa. L'11 dicembre 1905 elevò a questa dignità ecclesiastica il vescovo brasiliano Joaquim Arcoverde Cavalcanti.
L'8 agosto 1910 il pontefice emanò il decreto Quam singulari Christus amore con il quale ripristinò l'età della prima comunione e della prima confessione dei bambini all'età dell'uso della ragione, cioè intorno ai sette anni. Tale età era stata fissata dai concili Lateranense IV (1215) e Tridentino (13ª Sessione, 1551-1552); successivamente era stata modificata per influsso del giansenismo.
Il 1º novembre 1911 Pio X promulgò il nuovo Breviario con la bolla Divino Afflatu. Il Breviario romano approvato da Pio V nel 1568 venne riformato: in particolare fu ripristinando l'antico uso di recitare ogni settimana i 150 salmi, cambiando interamente la disposizione del salterio[15].
- Pio X e il ballo
Ai primi del Novecento il tango, ballo sensuale importato dall'Argentina, cominciava a sottrarre spazio in Europa al valzer e alla polka. Di fronte alle interdizioni richieste dalle autorità ecclesiastiche parigine, si narra che Pio X desse disposizioni affinché una coppia di ballerini di tango gli fornisse un'idea precisa del nuovo ballo, per valutarne direttamente, di persona, gli aspetti scandalosi. Avvenuta l'esibizione riservata di danza, il sommo Pontefice avrebbe detto[16]:
«Mi me pàr che sia più bèo el bàeo a 'ea furlana; ma no vedo che gran pecài ghe sia in stò novo bàeo!» |
(A me sembra che sia più bello il ballo della furlana; ma non vedo che grandi peccati vi siano in questo nuovo ballo!) |
Dispose perciò la revoca della sanzione ecclesiastica prevista per chi lo avesse praticato. L'episodio ha ispirato anche una nota poesia (Tango e Furlana) di Trilussa[17].
Posizioni politiche
Verso la fine del non expedit
Con l'enciclica Il Fermo Proposito dell'11 giugno 1905 il pontefice allenta le restrizioni del Non expedit (ossia il fermo divieto per tutti i cattolici italiani di partecipare alla vita politica) di papa Pio IX, soprattutto per arginare i consensi verso le forze socialiste. Pio X, nel testo dell'enciclica, elargisce la "benigna concessione" di dispensarli da tale divieto, specialmente nei "casi particolari" in cui essi ne riconoscano "la stretta necessità pel bene delle anime e per la salvezza delle loro chiese"; e li invita anzi a perseguire la seria attività "già lodevolmente spiegata dai cattolici per prepararsi con una buona organizzazione elettorale alla vita amministrativa dei Comuni e dei Consigli provinciali", così da favorire e promuovere "quelle istituzioni che si propongono di ben disciplinare le moltitudini contro l'invadenza predominante del socialismo".
La «questione francese»
Pio X ebbe a confrontarsi con il problema della separazione tra Stato e Chiesa, che emerse in Francia con l'entrata in vigore della legge del 9 dicembre 1905, nella quale si concentravano gli intenti fondamentali della politica antireligiosa e massonica della terza Repubblica e in particolare del governo di Émile Combes. A partire dal 1880 si erano registrati in Francia una serie di provvedimenti antireligiosi tendenti alla dissoluzione delle congregazioni religiose, di espulsione dei religiosi regolari: insegnanti, personale infermieristico e così via.
Pio X si mostrò assai meno conciliante verso questa politica fortemente anticlericale rispetto al proprio predecessore, nonostante la maggioranza dei vescovi francesi gli consigliasse di piegarsi alla nuova legge. La legge emanata dal governo francese segnò il culmine di tale politica, decretando unilateralmente l'abrogazione del concordato del 1801.
Nel 1906 Pio X con l'enciclica Vehementer Nos dell'11 febbraio, l'allocuzione concistoriale Gravissimum del 21 febbraio e l'enciclica Gravissimo Officii Munere del 10 agosto, proibì ogni attività collaborativa all'applicazione della nuova legge. L'ostilità del Pontefice alla nuova normativa francese compromise la creazione delle associations culturelles, previste dalla legge del 1905, alle quali avrebbe dovuto essere trasferito il patrimonio della Chiesa. Prendendo a pretesto tale opposizione lo Stato francese incamerò gli ingenti beni immobili ecclesiastici. La situazione sarebbe mutata soltanto nel 1923 con la creazione delle "associations diocésaines".
Analoghe tensioni si registrarono con il Portogallo, dopo l'avvento in quel Paese, nel 1910, della repubblica guidata da gruppi di potere anticlericali massonici. Pio X rispose con l'enciclica Iamdudum.
La neutralità nella guerra italo-turca
In occasione della guerra italo-turca, la Santa Sede mantenne un atteggiamento neutrale, preoccupata e infastidita soprattutto dall'utilizzo della religione come giustificazione dell'impresa coloniale italiana. Mentre in Italia veniva condotta una politica anticlericale in cui la religione era esclusa dalla vita pubblica e dall'istruzione, come notò L'Osservatore Romano[18], nel proclama indirizzato agli arabi di Libia il generale Carlo Caneva aveva presentato l'intervento italiano come un intervento di liberazione dei libici dalla dominazione, con cui l'Italia si ergeva a protettore dei musulmani, con numerosi richiami a Dio e la citazione di un versetto del Corano[19]. Il proclama fu criticato duramente da La Civiltà Cattolica, secondo cui i sentimenti religiosi in bocca alle autorità italiane erano «una finzione e una brutta azione di politica obliqua».[20]
In particolare la posizione della Santa Sede deprecò in modo energico l'utilizzo della religione per fini esclusivamente politici e papa Pio X non desiderava che l'impresa coloniale italiana assumesse i connotati di una guerra di religione fra musulmani e cristiani. Questa posizione neutrale e a favore della pace gettò le basi per l'atteggiamento che la Santa Sede manterrà in occasione dei due conflitti mondiali con Benedetto XV e Pio XII, che faranno del principio di neutralità della Santa Sede il cardine della politica della Santa Sede nel conflitto tra potenze belligeranti.[21]
La posizione vaticana affrontava un difficile equilibrio tra le spinte dei cattolici italiani convinti dalla propaganda nazionalista e ricattati dagli anticlericali che li giudicavano refrattari agli interessi nazionali. Numerosi vescovi si espressero in modo entusiastico in occasione della benedizione dei soldati che partivano per la Libia e furono richiamati dalla Segreteria di Stato, che raccomandò confidenzialmente atteggiamenti sobri e moderati. In difficoltà si trovò pure il delegato apostolico presso l'Impero ottomano, mons. Vincenzo Sardi, che doveva difendere la pericolosa posizione dei cristiani d'Oriente e dei religiosi presenti soprattutto in Terra Santa, che dovette subire schermaglie diplomatiche da parte del governo turco, fra cui la proibizione di inviare telegrammi cifrati in Vaticano.[22]
La morte
Proprio nei primi giorni della prima guerra mondiale, Pio X morì per una cardiopatia (probabilmente di pericardite) il 20 agosto 1914 alle ore 1:15[23]. Si dice anche che qualche tempo prima della morte abbia detto più volte sconsolato: "Verrà il guerrone" ossia la Grande Guerra[24][25].
Beatificazione e canonizzazione
Secondo le norme del diritto canonico, il 19 maggio 1944 fu effettuata la prima ricognizione delle spoglie mortali, trascorse tre decadi dalla data di morte. Il corpo era intatto in assenza di trattamenti post-mortem, quali l'imbalsamazione, secondo le volontà espresse dal Sommo Pontefice, che aveva esplicitamente rifiutato tali pratiche[26], e in conformità alla legge e all'uso ebraico. I resti erano conservati in una teca di bronzo fusa dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli di Firenze, esposta in san Pietro.[27] All'evento erano presenti l'allora mons. Alfredo Ottaviani e il cardinale Nicola Canali.[28]
Nel giugno del 1951, le sue reliquie furono trasferite presso la porta prospiciente il pronao della Basilica di san Pietro ed esposte alla venerazione dei fedeli, in vista della sua proclamazione a beato.[28] Pio X fu beatificato il 3 giugno 1951 e canonizzato il 29 maggio 1954 durante il pontificato di Pio XII, la festa fu fissata al 3 settembre e coloro che seguono il calendario del Vetus Ordo Missae lo festeggiano dunque in tale data. Il calendario del Novus Ordo Missae la prevede il 21 agosto. La sua salma è tumulata all'interno della Basilica di San Pietro in Vaticano. È il patrono della Fraternità sacerdotale San Pio X ed è anche compatrono secondario della città di Venezia in ricordo di quegli anni trascorsi come Patriarca.
La prima Messa nella festa di San Pio X fu celebrata il 3 settembre 1955 a Trieste, in occasione del Congresso Nazionale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana[29].
Pio X nelle arti
Letteratura
- Pio X è un papa immaginario nel romanzo fantapolitico La città eterna scritto dall'inglese Thomas Hall Caine nel 1900.
Cinema
- Gli uomini non guardano il cielo - film del 1952 diretto da Umberto Scarpelli. Il ruolo di Papa Pio X venne affidato all'attore inglese Henri Vidon.
Encicliche di Pio X
Elenco[30] delle encicliche di Pio X
- E Supremi (4 ottobre 1903): sulla restaurazione di tutte le cose in Cristo.
- Ad Diem Illum Laetissimum (2 febbraio 1904): sull'Immacolata Concezione di Maria.
- Iucunda Sane (12 marzo 1904): su papa Gregorio I.
- Acerbo Nimis (15 aprile 1905): sull'insegnamento della dottrina cristiana.
- Il Fermo Proposito (11 giugno 1905): sull'istituzione e lo sviluppo dell'Azione Cattolica.
- Vehementer Nos (11 febbraio 1906): sulla laicità dello Stato in Francia.
- Tribus Circiter (5 aprile 1906): sui mariaviti o preti mistici della Polonia.
- Pieni l'Animo (28 luglio 1906): sul clero in Italia.
- Gravissimo Officii Munere (10 agosto 1906): sulle associazioni di culto in Francia.
- Une Fois Encore (6 gennaio 1907): sulla separazione tra Chiesa e Stato.
- Pascendi Dominici Gregis (8 settembre 1907): sugli errori del modernismo.
- Communium Rerum (21 aprile 1909): su sant'Anselmo d'Aosta.
- Editae Saepe (26 maggio 1910): su san Carlo Borromeo.
- Iamdudum (24 maggio 1911): sulla legge di separazione fra Chiesa e Stato in Portogallo.
- Lacrimabili Statu (7 giugno 1912): sugli indigeni del Sudamerica.
- Singulari Quadam (24 settembre 1912): sulle organizzazioni dei lavoratori.
Genealogia episcopale e successione apostolica
La genealogia episcopale è:
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Marcantonio Colonna
- Cardinale Giacinto Sigismondo Gerdil, B.
- Cardinale Giulio Maria della Somaglia
- Cardinale Carlo Odescalchi, S.I.
- Cardinale Costantino Patrizi Naro
- Cardinale Lucido Maria Parocchi
- Papa Pio X
La successione apostolica è:
- Vescovo Francesco Cherubin (1899)
- Vescovo Giacomo Radini-Tedeschi (1905)
- Vescovo Lajos Balás de Sipek (1905)
- Vescovo Ottokár Prohászka (1905)
- Arcivescovo Gyula Zichy (1905)
- Vescovo Charles du Pont de Ligonnès (1906)
- Vescovo Pierre Dadolle (1906)
- Vescovo Marie-Joseph Ollivier (1906)
- Vescovo Adrien-Alexis Fodère (1906)
- Vescovo Eugène-François Touzet (1906)
- Arcivescovo François-Léon Gauthey (1906)
- Vescovo Charles-Paul Sagot du Vauroux (1906)
- Vescovo Charles-Henri-Célestin Gibier (1906)
- Arcivescovo Jean Victor Émile Chesnelong (1906)
- Arcivescovo François-Xavier-Marie-Jules Gieure (1906)
- Vescovo Félix-Adolphe-Camille-Jean-Baptiste Guillibert (1906)
- Vescovo Alcime-Armand-Pierre-Marie Gouraud (1906)
- Arcivescovo Eugène-Jacques Grellier (1906)
- Vescovo Jacques-Jean Gely (1906)
- Papa Benedetto XV (1907)
- Cardinale Gaetano De Lai (1911)
- Cardinale Adam Stefan Sapieha (1911)
- Vescovo Pio Armando Pietro Sabadel, O.F.M.Cap. (1911)
Concistori per la creazione di nuovi cardinali
Papa Pio X durante il suo pontificato ha creato 50 cardinali nel corso di 7 distinti concistori.
Onorificenze
Il papa è sovrano degli ordini pontifici della Santa Sede mentre il Gran magistero delle singole onorificenze può essere mantenuto direttamente dal pontefice o concesso a una persona di fiducia, solitamente un cardinale.
Sovrano dell'Ordine supremo del Cristo | |
— 1903-1914 |
Sovrano dell'Ordine di San Silvestro e della Milizia Aurata | |
— 1903-1905 |
Sovrano dell'Ordine dello Speron d'oro | |
— 1905-1914 (ridenominazione) |
Sovrano dell'Ordine Piano | |
— 1905-1914 |
Sovrano dell'Ordine equestre di San Gregorio Magno | |
— 1905-1914 |
Sovrano dell'Ordine di San Silvestro papa | |
— 1905-1914 (rifondazione) |
Gran Maestro e Cavaliere di Collare dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme | |
— 1907-1914 |
Il suo comune natale Riese, in provincia di Treviso, dal 1952 ha assunto la denominazione di Riese Pio X in suo onore.
Note
- ^ Maurilio Guasco, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 84 (2015)
- ^ Enciclopedia Italiana (1935) alla voce corrispondente
- ^ Atti e documenti del primo Congresso catechistico nazionale tenutosi a Piacenza nei giorni 24-25-26 settembre 1889, Piacenza 1890, pp.67-69 riportato in Storia del Cristianensimo 1878-2005, Vol.2, Ed. San Paolo, Milano, p.11
- ^ Ef 1,10, su laparola.net.
- ^ Regalo alla memoria di Pio X A nuovo la tomba di famiglia, in La Tribuna di Treviso, Riese, 7 novembre 2018. URL consultato il 31 ottobre 2020.
- Pio X santo - suplemento della rivista "Orizzonti" dedicato a Pio X (PDF), su Fondazione "Giuseppe Sarto", p. 17 (del file). URL consultato il 9 agosto 2020 (archiviato il 2 agosto 2020). con foto dell'epoca
- ^ Radiomessaggio di Papa Giovanni XXIII al clero e al popolo di Trieste, su vatican.va, Libreria Editrice Vaticana, 19 settembre 1959. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato il 21 settembre 2015)., ripreso da Papa Paolo VI il 22 maggio 1966
- ^ Testi delle encicliche sul sito del Vaticano
Bibliografia
- P. Girolamo Dal-Gal (o.m.c.), Pio X il papa santo, Ed. Libreria Editrice Fiorentina, 1940.
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- Pietro Scoppola, La Chiesa e il fascismo, Laterza, Bari, 1971.
- Marta Petricioli, L'Italia in Asia Minore: equilibrio mediterraneo e ambizioni imperialiste alla vigilia della prima guerra mondiale, Sansoni, Firenze, 1983.
- James Hennesey, La lotta per la purezza dottrinale di una Chiesa arroccata, in: Giuseppe Alberigo, Andrea Riccardi, Chiesa e papato nel mondo contemporaneo, Laterza, Roma-Bari, 1990.
- AA. VV., La Chiesa negli Stati moderni e i movimenti sociali 1878-1914, Jaca Book, Milano, 1993.
- (EN) Eamon Duffy, Saints and Sinners, New Heaven, 1997.
- Angelo Corno, Il motu proprio di Pio X: una persistente attualità.
- Igino Tubaldo, Una donna coraggiosa. Tra restaurazione e rinnovamento, Effatà Editrice, Torino, 2000.
- Giovanni Sale, "La civiltà cattolica" nella crisi modernista (1900-1907), Jaca Book, Milano, 2001
- Eamon Duffy, La grande storia dei papi, Mondadori, Milano, 2001.
- (EN) Philippe Levillain (a cura di), The Papacy: An Encyclopedia, Routledge, 2002.
- Giancarlo Zizola, I papi del XX e XXI secolo, Newton & C., Roma, 2005.
- John Pollard, L'obolo di Pietro, Corbaccio, Milano, 2006.
- Giuseppe Battelli, Cattolici: chiesa, laicato e società in Italia (1796-1996), SEI, 2007.
- Borselli Stefano, Luca Pignataro, Daniela Nucci, Salvatore Angelo Fiori (2010). Su don Milani e il donmilanismo.
- Umberto Lorenzetti, Cristina Belli Montanari, L'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Tradizione e rinnovamento all'alba del Terzo Millennio, Fano (PU), settembre 2011.
- Gianpaolo Romanato, Pio X. La vita di papa Sarto, Rusconi, Milano, 1992.
- Pier Luigi Bondioni, San Pio X. Profeta Riformatore, Fede & Cultura, Verona, 2013.
- Oscar Sanguinetti, Pio X. Un pontefice santo alle soglie del "secolo breve", Sugarco Edizioni, Milano, 2014.
- Gianpaolo Romanato, Pio X. Alle origini del cattolicesimo contemporaneo, Lindau. Torino, 2014.
- Cristina Siccardi, San Pio X. La vita del Papa che ha ordinato e riformato la Chiesa, Prefazione del Cardinale Raymond Leo Burke, San Paolo Editore, Cinisello Balsamo (MI) 2014.
- Costantino Cipolla, Giuseppe Sarto Vescovo di Mantova, Milano, 2014.
- Matteo Lamacchia, «Ius exclusivae» e conclave: il diritto di veto delle potenze cattoliche nella storia delle elezioni pontificie, in «Eunomia - Rivista semestrale di storia e politica internazionali», Anno VII n.s., numero 2, dicembre 2018, ESE - Salento University Publishing, pp. 105–130, ISSN 2280-8949.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a papa Pio X
- Wikisource contiene una poesia in lingua veneziana di Olindo Guerrini su papa Pio X
- Wikiquote contiene citazioni di o su papa Pio X
- Wikibooks contiene testi o manuali su papa Pio X
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su papa Pio X
Collegamenti esterni
- Papa Pio X, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Papa Pio X, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Papa Pio X, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Maurilio Guasco, PIO X, papa, santo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 84, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015.
- Papa Pio X, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- Opere di Papa Pio X, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Papa Pio X / Papa Pio X (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Audiolibri di Papa Pio X, su LibriVox.
- (FR) Pubblicazioni di Papa Pio X, su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.
- (EN) Papa Pio X, su Goodreads.
- (EN) Papa Pio X, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- (EN) David M. Cheney, Papa Pio X, in Catholic Hierarchy.
- Papa Pio X, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- Papa Pio X, in Enciclopedia dei Papi, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000.
- (EN) Salvador Miranda, SARTO, Giuseppe, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
- Fondazione Giuseppe Sarto di Riese Pio X, sito della Casa Natale e del Museo di San Pio X dove è possibile consultare il libro "Pio X, un Papa veneto"
- Informazioni sulla vita, bibliografia, encicliche, catechismo, motu proprio.
- Parrocchia San Pio X Li Punti (SS) - biografia del Santo, ricca sezione di preghiere, ecc., su sanpioxlipunti.it. URL consultato il 20 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2019).
- Cardinali nominati da Papa Pio X, su araldicavaticana.com. URL consultato il 26 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2012).
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