giovedì 12 novembre 2020

12/11/2020, ore 11.31, da https://www.cookaround.com/ 

Cookaround

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12/11/2020, ore 11.29, da

Nāṣiriya https://it.wikipedia.org/wiki/Attentati_di_N%C4%81%E1%B9%A3iriya

Attentati di Nāṣiriya

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Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Nāṣiriya.

Nāṣiriya è una città irachena, capoluogo della regione irachena di Dhi Qar, sede di importanti giacimenti petroliferi.

Operazione Antica Babilonia

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Operazione Antica Babilonia.

Nel mese di marzo 2003 ha inizio l'operazione Iraq Freedom (OIF), o seconda guerra del Golfo, da parte di una coalizione composta principalmente degli eserciti britannico e statunitense e da altri Stati. Il 1º maggio 2003 la guerra è ufficialmente finita, anche se di fatto gli eserciti stranieri non hanno mai avuto il controllo pieno del territorio, subendo dure perdite dovute ad attacchi ricorrenti.

La risoluzione ONU 1483 del 22 maggio 2003 approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite invita tutti gli Stati a contribuire alla rinascita dell'Iraq, favorendo la sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione.

L'Italia partecipa attraverso la missione "Antica Babilonia" fornendo forze armate dislocate nel sud del Paese, con base principale a Nassiriya, sotto la guida inglese. La missione italiana ha avuto inizio il 15 luglio 2003 ed è stata un'operazione militare con finalità di peacekeeping (mantenimento della pace), che aveva i seguenti obiettivi:

  • ricostruzione del "comparto sicurezza" iracheno attraverso l'assistenza per l'addestramento e l'equipaggiamento delle forze, a livello centrale e locale, sia nel contesto della NATO sia sul piano bilaterale;
  • creazione e mantenimento della necessaria cornice di sicurezza;
  • concorso al ripristino di infrastrutture pubbliche e alla riattivazione dei servizi essenziali;
  • rilevazioni radiologiche, biologiche e chimiche;
  • concorso all'ordine pubblico;
  • polizia militare;
  • concorso alla gestione aeroportuale;
  • concorso alle attività di bonifica, con l'impiego anche della componente cinofila;
  • sostegno alle attività dell'ORHA;
  • controllo del territorio e contrasto alla criminalità.

La missione è terminata il 1º dicembre 2006.

Attentato del 12 novembre 2003

Strage di Nassiriya
attentato
Tipoattentato suicida
Data12 novembre 2003
10:40 (ora irachena)
LuogoNāṣiriya, Iraq
StatoIraq Iraq
ObiettivoMilitari italiani
ResponsabiliMilitanti di al-Qāʿida
Conseguenze
Morti28

Il 12 novembre 2003 avvenne il primo grave attentato di Nassiriya. Alle ore 10:40 ora locale (UTC +03:00), le 08:40 in Italia, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all'ingresso della base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri, provocando successivamente l'esplosione del deposito munizioni della base e pertanto la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili.

Il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all'ingresso della base "Maestrale", riuscì a uccidere i due attentatori suicidi, tant'è che il camion non esplose all'interno della caserma ma sul cancello di entrata, evitando così una strage di più ampie proporzioni. I primi soccorsi furono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo. Nell'esplosione rimase coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione a Nassiriya da parte dei soldati italiani, nonché i militari dell'esercito italiano di scorta alla troupe che si erano fermati lì per una sosta logistica.

Il Comando dell'Italian Joint Task Force (IJTF) si trovava a 7 chilometri da Nassiriya, in una base denominata "White Horse", distante circa 4 chilometri dal Comando USA di Tallil. Il Reggimento MSU/IRAQ, composto da personale dei Carabinieri Italiani e dalla Polizia Militare Romena (a cui poi si aggiungeranno, a fine novembre 2003 120 uomini della Guardia Nazionale Portoghese), era diviso su due postazioni: la base "Maestrale" e la "Libeccio", entrambe poste al centro dell'abitato di Nassiriya. Presso la base "Maestrale" (nota anche con il termine "Animal House"), che durante il regime di Saddam Hussein era sede della Camera di Commercio, era acquartierata l'Unità di Manovra. Presso la "Libeccio" avevano sede sia il Battaglione MSU, sia il Comando del Reggimento MSU/IRAQ. L'attentato avvenne alle ore 10,40 del 12 novembre 2003 alla base "Maestrale". L'altra sede, "Libeccio", distante poche centinaia di metri dalla prima, venne danneggiata anch'essa dall'esplosione. Era infatti intendimento dei Carabinieri, contrariamente alla scelta dell'Esercito di stabilirsi lontano per avere una maggiore cornice di sicurezza, posizionarsi nell'abitato per un maggior contatto con la popolazione. Due mesi dopo l'attentato, il Reggimento CC lasciò definitivamente anche la Base "Libeccio", trasferendosi alla base di "Camp Mittica" nell'ex aeroporto di Tallil, a 7 km da Nassiriya.

Vittime

Il presidente Carlo Azeglio Ciampi in visita ad Aureliano Amadei, uno dei feriti della troupe del regista Stefano Rolla
Lapide per vittime (Bologna)

L'attentato provocò 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni. Gli italiani furono:

  • i Carabinieri[1]
    • Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte
    • Giovanni Cavallaro, sottotenente
    • Giuseppe Coletta, brigadiere
    • Andrea Filippa, appuntato
    • Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente
    • Daniele Ghione, maresciallo capo
    • Horacio[2] Majorana, appuntato
    • Ivan Ghitti, brigadiere
    • Domenico Intravaia, vicebrigadiere
    • Filippo Merlino, sottotenente
    • Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte
    • Alfonso Trincone, Maresciallo aiutante
  • i militari dell'Esercito italiano
    • Massimo Ficuciello, capitano
    • Silvio Olla, maresciallo capo
    • Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore
    • Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto
    • Pietro Petrucci, caporal maggiore
  • i civili

Nell'azione rimasero feriti anche 19 carabinieri e Aureliano Amadei, aiuto regista di Stefano Rolla.

In tutto i feriti nell'azione terroristica furono 58.[3]

Il presidente Ciampi rende omaggio alle vittime al Vittoriano

I caduti delle Forze Armate Italiane appartenevano a vari reparti dell'Arma dei Carabinieri Territoriale, al 13 Reggimento Carabinieri di Gorizia e al 7º Reggimento Carabinieri "Trentino-Alto Adige" di Laives, al Reggimento lagunari "Serenissima", alla Brigata Folgore, al 66º Reggimento fanteria aeromobile "Trieste", al Reggimento Savoia Cavalleria, al Reggimento Trasimeno. Sono morti anche alcuni appartenenti alla Brigata Sassari che stavano scortando la troupe cinematografica di Stefano Rolla e 3 militari del 6º Reggimento Trasporti della Brigata Logistica di Proiezione, che stavano scortando il cooperatore internazionale Marco Beci.

Un momento dei funerali di Stato dei caduti a Nassiriya, 18 novembre 2003

La camera ardente per tutti gli italiani morti venne allestita nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano, dove fu oggetto di un lungo pellegrinaggio di cittadini. I funerali di Stato si svolsero il 18 novembre 2003 nella basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, officiati dal cardinale Camillo Ruini, alla presenza delle più alte autorità dello Stato, e con vasta (circa 50.000 persone) e commossa partecipazione popolare;[4] le salme giunsero nella basilica scortati da 40 corazzieri a cavallo. Per quel giorno fu proclamato il lutto nazionale.

Le inchieste

Due sono le inchieste aperte su questi fatti. Una avviata dalle autorità militari vuole scoprire se è stato fatto tutto il necessario per prevenire gli attacchi. Le due forze armate coinvolte sono giunte a conclusioni diverse. L'Esercito ha chiesto una consulenza al generale Antonio Quintana, secondo il quale sistemare la base al centro della città e senza un percorso obbligato a zig-zag per entrare all'interno di essa è stato un errore. Mentre per la commissione nominata dall'Arma dei Carabinieri e guidata dal generale Virgilio Chirieleison non ci sono state omissioni nell'organizzazione della sicurezza della base. Lo stesso Abū ʿOmar al-Kurdī, terrorista di al-Qāʿida, reo confesso dell'organizzazione dell'attentato, ha affermato che era stata scelta la "Base Maestrale" in quanto si trovava lungo una strada principale che non poteva essere chiusa.[5]

L'altra inchiesta è stata aperta dalla procura di Roma per cercare di individuare gli autori del gesto. Il suo lavoro non è facile dato che deve lavorare su un territorio straniero in cui le condizioni non sono stabili. L'unica cosa stabilita con certezza è che a scoppiare è stato un camion cisterna con 150–300 kg[6] di tritolo mescolato a liquido infiammabile. I comandanti militari italiani inizialmente coinvolti nell'inchiesta sono stati tutti assolti con formula piena.[7]

Si sospetta che Abū Musʿab al-Zarqāwī sia stato il mandante degli attentati, appoggiato dagli estremisti sunniti, mentre per la parte finanziaria si pensa a un professore di teologia che lavora all'ateneo di Baghdad. Un'altra ipotesi porta verso il coinvolgimento di una cellula terroristica libanese molto vicina agli ambienti di al-Qāʿida, infatti le modalità dell'attacco ricordano altri attentati accaduti in Libano e, inoltre, alcuni terroristi arrestati a Beirut avrebbero raccontato diversi particolari della strage di Nassiriya. Entrambe le piste portano, comunque, a un coinvolgimento di persone venute da fuori della provincia di Dhī Qar a prevalenza sciita e questo confermerebbe quanto affermato dai vertici della base "Maestrale", cioè che non c'erano motivi particolari di preoccupazione in quanto la popolazione locale non era ostile verso i militari italiani e gli estremisti locali venivano monitorati con attenzione.[senza fonte]

Onorificenze e intitolazioni

Roma Vittoriano, fila di persone per l'omaggio ai caduti di Nasiriya (2003)

I morti e i feriti dell'attentato sono stati insigniti della Croce d'Onore con una cerimonia tenutasi il 12 novembre 2005 presieduta dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Nel 2009 ai sette siciliani caduti è stata conferita dalla Regione Siciliana la Medaglia d'oro al valor civile della Regione Siciliana alla memoria[8].

Alle vittime dell'attentato, inoltre, sono state intitolate numerose vie, piazze e monumenti in tutta Italia.

Alle vittime dell'attentato, il Comune di Vigarano Mainarda (FE) ha intitolato un parco pubblico (già della Rimembranza) ai Caduti di Nassiriya.

Alle vittime dell'attentato è dedicata la canzone 12 novembre del cantautore italiano Sköll.[9]

Un monumento è stato eretto in località Prati del Comune di Castel di Casio (BO) ad opera dell'amministrazione comunale di quel Comune nel 2007.

Nel comune di Santa Maria la Fossa è intitolata ai caduti la Piazza “Eroi di Nassyria per la Pace”

Filmografia

Gli scontri del 6 aprile 2004 a Nassiriya

Ciampi in visita ad Armando Mirra, uno dei bersaglieri feriti

A Nassiriya, pochi mesi dopo l'attentato del 2003, il 6 aprile 2004, si ebbe uno scontro tra le truppe italiane e l'Esercito del Mahdi, noto come Battaglia dei ponti di Nassiriya. La task force impiegata per l'occasione venne appoggiata proprio presso la ex base logistica Libeccio che era stata abbandonata dopo l'attentato[10].

I militari italiani furono impegnati nella città in uno scontro della durata di 18 ore attorno a tre ponti che permettono il passaggio del fiume, in cui vennero impegnate dalle due parti armi pesanti, compresi mortai e lanciarazzi anticarro di tipo ex-sovietico da parte irachena e lanciarazzi e cannoni da 105mm da parte italiana, e durante la notte vennero anche impiegati colpi di mortaio illuminanti per rendere il tiro selettivo e minimizzare il rischio di vittime civili[10]; nello scontro furono feriti lievemente sei militari italiani, e quattro iracheni furono uccisi[10], mentre altre fonti non precisate riportano nove bersaglieri dell'11° Rgt Bersaglieri e due carristi del 132 Rgt. carri di Cordenons; le perdite irachene furono di una quindicina di morti, tra cui sembra una donna e due bambini, e oltre 35 feriti.

Attentato del 27 aprile 2006

Attentato di Nassiriya del 27 aprile 2006 (secondo attentato contro i Carabinieri)
attentato
TipoIED
Data27 aprile 2006
8:50 (ora irachena)
LuogoNassiriya, Iraq
StatoIraq Iraq
ObiettivoCarabinieri italiani
ResponsabiliMilitanti dell'Esercito Islamico in Iraq
Conseguenze
Morti5

La mattina del 27 aprile 2006 un convoglio formato da quattro mezzi dei Carabinieri dell'MSU parte dalla base di Camp Mittica per raggiungere l'ufficio provinciale di Polizia irachena per il consueto servizio e il coordinamento dei pattugliamenti congiunti (Provincial joint operation center), come già avevano fatto molte altre volte. Alle 8:50 ora locale (le 6:50 in Italia) il secondo veicolo della colonna passa sopra a un ordigno posto nel centro della carreggiata. All'interno del mezzo (VM90P), che ospita anche un capitano dell'Esercito italiano in qualità di ufficiale di collegamento, si sprigiona una fiammata che causa la morte istantanea per shock termico di tre dei cinque militari presenti a bordo. La sfortuna in questo caso è fondamentale: la carica cava dell'ordigno colpisce la sottoscocca della ruota sinistra del mezzo, punto più debole della struttura e soprattutto non angolato, per cui penetra nel mezzo con un'altissima temperatura trasformandone l'interno in un forno. Il Maresciallo Aiutante Carlo de Trizio muore poco dopo, prima di giungere in ospedale. Il 7 maggio muore anche il maresciallo aiutante Enrico Frassanito, rientrato a Verona dopo le prime cure ricevute a Madinat al-Kuwait (Kuwait City); era rimasto gravemente ustionato nell'attentato.

Le persone coinvolte

Sono deceduti in seguito all'attentato:

Un momento dei funerali di Stato dei militari Ciardelli, Lattanzio e De Trizio.

All'interno della cappella all'ospedale militare del Celio, a Roma, è stata allestita la camera ardente per i militari Ciardelli, De Trizio e Lattanzio.

Il 2 maggio, giornata di lutto nazionale, si sono svolti nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri i funerali di Stato officiati da Monsignore Angelo Bagnasco, ordinario militare per l'Italia. Erano presenti il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi e le più alte autorità politiche e militari.

Durante il funerale privato del capitano Ciardelli (il giorno 3 maggio alle ore 11), nella chiesa di San Nicola a Pisa, si sono svolti anche i battesimi del figlio Niccolò e del nipote Matteo.

Le inchieste

Come da prassi anche in questo caso sono due le inchieste aperte sull'attentato, una militare e l'altra della Procura di Roma, per accertare se sia stato fatto tutto il possibile per la sicurezza dei militari italiani.

Nelle prime ore dopo l'esplosione sono state diffuse due rivendicazioni. Una delle "Brigate dell'Imam Husayn", l'altra dell'"Esercito Islamico in Iraq" di cui fa parte Abū Musʿab al-Zarqāwī. La veridicità è ancora tutta da verificare.[senza fonte]

Attentato del 5 giugno 2006

Funerali di Alessandro Pibiri

Il 5 giugno 2006, nell'anniversario dell'Arma dei Carabinieri, avviene un altro attentato ai militari italiani in missione in Iraq. Alle 21:35 ora locale un ordigno, probabilmente comandato a distanza, è stato fatto scoppiare al passaggio di un mezzo. L'esplosione è avvenuta a circa 100 km a nord di Nassiriya. Il veicolo era in testa a un lungo convoglio di mezzi diretto a Tallil; i primi soccorsi sono arrivati proprio da medici che appartenevano al convoglio.

Nell'attentato è rimasto ucciso il caporal maggiore scelto Alessandro Pibiri, il mitragliere rallista del primo mezzo di scorta del convoglio, mentre altri quattro soldati, il caporal maggiore scelto Fulvio Concas, il tenente Manuel Pilia e il primo caporal maggiore Luca Daga, tutti del 152º Reggimento fanteria "Sassari", sono rimasti feriti, uno in maniera grave[11].


Il dibattito politico

Dopo ogni attentato si è levato inevitabile il dibattito politico sull'eventualità di ritirare le truppe dal teatro bellico iracheno. Le forze politiche sono essenzialmente divise tra il mantenimento finanziario del contingente in Iraq (Casa delle Libertà) e il ritiro (Unione). Sotto il governo Prodi si è avuto il ritiro delle truppe di stanza in Iraq per l'operazione Antica Babilonia, in verità già previsto negli ultimi mesi del Governo Berlusconi[senza fonte].

"Le complesse attività logistiche, iniziate il 23 settembre 2006, che consentirono il rientro in Patria di personale, mezzi e materiali continuarono fino al 30 novembre 2006. Il 1º dicembre 2006, alla presenza del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, si svolgeva la Cerimonia dell'ammainabandiera che concludeva l'impegno italiano ad An Nassiriyah." (dal sito del Ministero della Difesa).

Nel 2009 viene istituita la "Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace" che si festeggia ogni anno il 12 novembre, anniversario degli attentati di Nassiriya.[12]

Proteste per il mancato conferimento della medaglia d'oro al valor militare

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Fabrizio Quattrocchi § Critiche al conferimento dell'onorificenza.

I congiunti dei militari italiani caduti in servizio a Nassiriya protestarono in varie occasioni per il mancato conferimento della medaglia d'oro al valor militare. Durante elezioni politiche del 2006, dopo il conferimento di tale onorificenza (anche se al valor civile) a Fabrizio Quattrocchi, la protesta venne ripresa e sostenuta da esponenti politici e giornalisti, alcuni dei quali colsero l'occasione per contestare l'assegnazione della medaglia a Quattrocchi.

Monumento a Greve in Chianti

Maria Cimino, madre del caporal maggiore capo scelto dell'esercito italiano Emanuele Ferraro, inviò una pubblica protesta al presidente Ciampi per lamentare la disparità di trattamento tenuta nei confronti di Fabrizio Quattrocchi rispetto ai caduti di Nassiriya. Analoga protesta giunse dal figlio del brigadiere dei Carabinieri Domenico Intravaia («Non capisco perché ai nostri caduti a Nassiriya venga ancora negata la medaglia d'oro al valor militare»[13]) e dalla sig.ra Paola Cohen Gialli, vedova del maresciallo dei Carabinieri Enzo Fregosi, entrambi caduti nel citato attentato di Nassiriya. La sig.ra Gialli dichiarò: «Sono incredula e amareggiata. Non ho nulla contro Quattrocchi, anzi. Ma noi stiamo conducendo questa battaglia da due anni e mezzo senza ottenere risposte. Mi sento presa in giro. A noi non interessa il lato finanziario della vicenda perché non vogliamo la medaglia d'oro per ottenere il vitalizio, ma per avere un riconoscimento perenne a chi è morto mentre serviva il proprio Paese e contribuiva a far rinascere la democrazia in Iraq. Ai nostri carabinieri non è stato dato niente e a Quattrocchi la medaglia d'oro. È un'assurdità»[13].

La concessione della Medaglia d'oro al valor militare è tuttavia prevista limitatamente a "coloro i quali, per compiere un atto di ardimento che avrebbe potuto omettersi senza mancare al dovere ed all'onore, abbiano affrontato scientemente, con insigne coraggio e con felice iniziativa, un grave e manifesto rischio personale in imprese belliche"[14], e come tale non è stata considerata applicabile alle vittime dell'attentato di Nassiriya[15]. La concessione della Medaglia d'oro al valore civile è invece prevista per "premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore"[16], un contesto che è stato considerato pertinente alle circostanze della morte di Quattrocchi.

I congiunti dei militari caduti a Nassiriya hanno giudicato «insufficiente e artificiosa» l'attribuzione della Croce d'Onore, una decorazione istituita per l'occasione. Sostegno alle recriminazioni dei familiari dei caduti di Nassiriya è giunta anche da Rosa Villecco, vedova di Nicola Calipari e deputata dei Democratici di Sinistra, che in un'intervista televisiva con Mario Adinolfi, riguardo a Quattrocchi dichiarò che «[si è] trovato in Iraq per problemi di disoccupazione qui in Italia e non è la stessa cosa di chi era lì a servire lo Stato, ecco perché il rammarico dei parenti delle vittime di Nassiriya è comprensibile».[17]

Il 30 gennaio 2013 il procuratore militare Antonino Intelisano ha chiesto che i familiari delle vittime debbano ottenere risarcimento da parte dello Stato, affermando che il generale non difese correttamente la base e se fossero state approntate le misure necessarie, si sarebbe evitata una tragedia di questa entità.[18]

Monumenti a ricordo dei militari italiani caduti in missione, opera dello scultore Osvaldo Moi, sono stati eretti in piazze delle città di Torino, Novara, Pianezza, in provincia di Torino, e San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. A Roma, nel Parco Schuster accanto alla Basilica di San Paolo fuori le mura, è stato dedicato il monumento "Foresta d'acciaio": il monumento ha delle stele tanti quanti sono stati i caduti italiani, sia militari che civili rimasti uccisi.[19]

Note

  1. ^ Conferimenti e scheda biografica, su Carabinieri.it. URL consultato il 9 luglio 2018.
  2. ^ http://www.difesa.it/NR/exeres/2529A2DF-1558-4B83-8C65-36BED323DCE9,frameless.htm?NRMODE=Published
  3. ^ www.repubblica.it, su repubblica.it. URL consultato il 23 gennaio 2012.
  4. ^ Funerale dei caduti di Nāṣiriya
  5. ^ Articolo di PeaceReporter, su peacereporter.net. URL consultato il 24 maggio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  6. ^ Nassiriya, 10,40 del mattino strage di italiani in Iraq, in La Repubblica, 12 novembre 2003. URL consultato il 5 novembre 2007.
  7. ^ Strage Nassiriya, assolto il colonnello Di Pauli - Cronaca - ANSA.it
  8. ^ Regione: medaglia d’oro per i caduti a Nassirya - QdS.it
  9. ^ DartBraveHeart, Skoll - 12 Novembre, 9 agosto 2009. URL consultato il 9 settembre 2017.

  1. «Medaglia d'oro a Quattrocchi. È polemica» Archiviato il 27 settembre 2007 in Internet Archive., dal Tempo, 21 marzo 2006
  2. ^ Regio decreto 4 novembre 1932, n. 1423
  3. ^ È altresì vero che la prestigiosa decorazione è stata concessa in passato anche per onorare le vittime di analoghi atti di terrorismo in occasione di missioni militari, come nel caso dell'Eccidio di Kindu o della Strage di Cima Vallona.
  4. ^ legge 2 gennaio 1958, n. 13
  5. ^ Mario Adinolfi. «Intervista a Rosa Calipari» Archiviato il 27 aprile 2006 in Internet Archive., nessuno TV, 20 marzo 2006, citata su megaChip.info.
  6. ^ Strage di Nassiriya, procura militare, sì ai risarcimenti per i famigliari delle vittime
  7. ^ http://mobile.060608.it/it/cultura-e-svago/verde/giardini-ville-e-parchi-urbani/parco-schuster.html

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Lao Petrilli e Vincenzo Sinapi, Nassirya, la vera storia, Lindau. capitolo 5, Le battaglie dei ponti.
  • ^ http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/esteri/iraq88/attentato-nassiriya/attentato-nassiriya.html
  • ^ Destra e sinistra fanno pace: Nassirya diventa giorno della memoria., Il Giornale, 13 novembre 2009. URL consultato il 13 novembre 2009.

  • 12/11/2020, ore 11.28, da https://www.staseraintv.com/ giovedi
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    12/11/2020, ore 11.24, da https://streethawk1970seregno.tumblr.com/

    Prendetevela col governo italiano: è lui che ha firmato lo stato di emergenza anticovid a fine Gennaio sulla Gazzetta ufficiale della repubblica italiana ed ha agito solo ai primi di Marzo! A Febbraio c'è stato tranquillamente il festival di Sanremo condotto dal buon Amadeus, e c'è stato , specie della sinistra, qualche esponente che sbeffeggiava, ridicolizzata il virus (“…una normale, per quanto forte, influenza ! Su, dai non scherziamo!” COSÌ HANNO DETTO!!! Mentre facevano aperitivi beati e tranquilli!) … Cari ANTICOMPLOTTISTI, se ve la prendeste col governo invece con quelli che ritenete pazzi… E non vi rendete conto che i veri pazzi, infami, complottisti, sono proprio i “signori” del governo…. TUTTA QUESTA SITUAZIONE FINO AL MOMENTO CORRENTE È COLPA LORO!!! HANNO AGITO COSÌ PER RAGIONI OCCULTISSIME MA BEN PRECISE!!! Ed io ancora spero paghino per questa tremenda epidemia colposa!!! Ma tanto #CheTeLoDicoAFare?!😶😶😶😶😶 PS se firmi uno stato di emergenza pure per sospetta epidemia altamente virulenta , eh perdio agisci subito, mica aspetti che il bubbone ti scoppi in mano!🤬🤬🤬🤬🤬 Invece è proprio accaduto così. Buona giornata. ☕🥐🥛

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