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Quando incontri qualcuno
ricorda che è un incontro sacro.
Come lo vedi, ti vedi
come lo tratti, ti tratti
come lo pensi, ti pensi.
Attraverso di lui o ti perderai
o ti ritroverai.
Franco Battiato.
“Aristotele non ha mai parlato a vanvera, e se ha affermato le 11 regole per vivere felice, vuol dire che c’è una via per l’eudemonia!
Sembrerà assurdo ritenere che le parole di un filosofo così antico come Aristotele possano rispecchiare le realtà accelerata del mondo 3.0 che l’umanità sta vivendo, ma è proprio così: ci ha visto bene. Per quanto i tempi possano cambiare, le mentalità, le mode e le aspettative, la concezione di felicità è e sarà sempre cara all’essere umano. Ci sono 11 regole per avere una vita felice, se le attui con continuità lo sarai, e non solo: divulgherai il segreto per la vita migliore!
Come raggiunge una vita felice?
Cos’è l’eudemonia? Stiamo parlando della concezione di vita felice secondo Aristotele. Appunto, si tratta di vedere la vita come il risultato dell’azioni dell’uomo che vertono rispetto una condizione di benessere e prosperità elevata. Non si considera soltanto l’aspetto fisico, ma anche ciò che abita di più intimo nel cuore, nella mente, e nello spirito.
Aristotele è colui che nell’etica nicomachea si è più volte chiesto “Che uomo dovrei essere?”, domanda ben diversa dalla più comune “Cosa dovrei fare per essere felice?” Un uomo con il suo spirito non può che andare oltre la concezione dell’uomo medio, ed esplorando si è reso conto che per essere felice bisogna concentrare le risorse e le energie rispetto sé stesso. Questo si riflette sul mondo intero, e di conseguenza vivere diventa davvero un’esperienza felice.
Stiamo parlando di colui che ha sempre visto l’uomo come un animale sociale, dedito alle relazioni e al gruppo, ma anche a colui che è morto a causa di una malattia allo stomaco dopo la delusione della morte di Alessandro Magno e delle ostilità percepite dalla corte macedone. Come ha fatto nonostante tutto a ritenersi felice? Ha attuato queste 11 regole.
Aristotele e le regole per la felicità, sono efficaci?
Innanzitutto quello che ci si dovrebbe domandare è se davvero si è certi di ciò che si vuole essere. Nella maggior parte dei casi la presenza della tristezza è data dal fatto che si disconosce la propria persona, così tanto da non porsi obiettivi e percepire una sensazione di grossa frustrazione. L’essere umano è fatto per esplorare il mondo e sé stesso, senza aver un percorso da attuare, senza chiedersi chi potrebbe essere, non può sapere cosa fare per essere felice. Così, secondo queste semplici 11 regole, si può stravolgere in positivo la propria vita.
L’Eudemonia consta nel vivere bene e prosperare, ma come si raggiunge? Virtuosamente. L’uomo o donna che si desidera essere, è virtuoso. Le virtù sono aspetti caratteriali e tendenze, che se attuate con continuità incarnano ottime abitudini. Gli uomini virtuosi diventano un esempio per sé stessi e gli altri, e la società risulta migliore. Sono appunto il “mezzo aureo”, regole d’oro che permettono di conquistare l’obiettivo.
Le virtù sono 11, come le regole per l’eudemonia. La prima è il Coraggio, una persona lo è davvero quando con la consapevolezza dei pericoli, combatte per i propri sogni. Segue la Tolleranza che deve essere tra l’eccesso e la penuria. Infatti, per Aristotele fa male sia l’uomo che beve troppo (non tollerante), che quello che non lo fa mai (lo è troppo), questo perché ci vuole la giusta via di mezzo. Ancora c’è la Liberalità, cioè dare agli altri più di quanto si possegga. Questo riferito appunto al fare del bene al prossimo.
Magnificenza, sapere di essere grandi e aspirare al massimo, ma senza ostentarlo. Magnanimità, essere al servizio del prossimo con bontà e non essendo vittime dell’orgoglio. Pazienza, evitare gli scatti d’ira, sfogarsi va bene, ma davanti alle avversità mostrarsi calmi e sereni, le si affronta meglio. Veridicità, l’onestà ripaga sempre, anche quando sembra impossibile e potrebbe causare guai. Tutta la verità torna al mittente.
Arguzia e Cordialità vanno a braccetto, perché constano nell’arte di stare con gli altri con vero umorismo, senza cadere nel volgare o nell’invadenza. Vergogna, capire fino a che punto ci si può spingere, senza diventare uno svergognato o uno troppo timido per agire. Ultima, ma non meno importante, c’è la Giustizia: ideale che anima tutte le cose, si agisce per il giusto.
La soluzione è applicare queste regole in base alla situazione che si sta vivendo e secondo la propria accezione morale. In questo modo si aspira all’uomo che si desidera essere, virtuoso e felice nella società in cui vive.”
“Pensa costantemente all'universo come a una creatura vivente unica, che racchiude una sola sostanza e una sola anima; pensa come tutto sia assorbito in una sola sensazione di questa creatura; come tutto si compia grazie a un unico impulso, e tutte le cose siano causa comune di ciò che nasce, e quali siano il loro concatenamento e la loro connessione. Pensa spesso alla rapidità con cui passa e scompare tutto ciò che esiste e che nasce. Perché la sostanza è come un fiume che scorre perenne; le sue attività subiscono continue trasformazioni, le sue cause infinite modificazioni, e quasi nulla è stabile, neppure ciò che hai a portata di mano.
Pensa all'abisso infinito del passato e del futuro, dove ogni cosa svanisce. Non è insensato, allora, inorgoglirsi, affannarsi, lamentarsi come se il tormento che ci affligge fosse destinato a durare a lungo? Presto dimenticherai tutto; presto ti dimenticheranno tutti. In questo fiume in cui a niente è dato arrestarsi, a quale delle cose che rapide corrono via si potrebbe dar valore? È come se si prendesse ad amare uno dei passeri che si vede volare e subito frullar via. Breve è quindi il tempo che ognuno di noi vive, breve l'angolino della terra dove lo si vive, breve anche la più lunga fama presso i posteri, tramandata da generazioni di omiciattoli destinati ben presto a morire senza aver neppure imparato a conoscere se stessi, nè, tanto meno, chi è già morto da tempo.
Da un capo all'altro troverai sempre le stesse cose, di cui sono piene le storie antiche, quelle intermedie e le recenti, di cui sono ancora piene, oggi, le città e le case. Non v'è nulla di nuovo: tutto si ripete, e subito passa. In tutte le epoche troverai le stesse cose che capitano anche oggi: gente che si sposa, alleva figli, si ammala, muore, combatte, celebra feste, commercia, lavora la terra, adula, fa l'arrogante, sospetta, tende insidie, si augura la morte altrui, si lamenta del presente, ama, accumula ricchezze, aspira al consolato o al regno. Eppure non è più nulla in alcun luogo tutta la loro vita.
Chi ha visto le cose presenti, ha visto tutto: tutto ciò che è stato fin dall'eternità, tutto ciò che sarà per l'eternità. Tutte le cose sono infatti
21/08/2023, ieri, poi siamo andati alla Trattoria Cantù, Olginate, il Ramè ad Eupilio è chiuso fino domani 22 ...
21/08/2023, ore 17.30,
21/08/2023, ore 17.29, da https://www.italiaatavola.net/
21/08/2023, ore 17.28, da https://biografieonline.it/ricerca.htm?q=21+Agosto
21/08/2023, ore 17.27, da https://www.santodelgiorno.it/san-pio-decimo/
San Pio X
3 giugno 1951, Roma, papa Pio XII
29 maggio 1954, Roma, papa Pio XII
All'età di 9 anni « Bepi » fa alla mamma una cara confidenza: Vuole essere prete!... L'inaspettata rivelazione è accolta con un sussulto di gioia e una pena a stento dissimulata. Troppo onore per la famiglia Sarto! Ma, e i mezzi?... "Occorre confidare - pensò l'ottima madre - se Dio lo vuole sacerdote ci fornirà i mezzi necessari". Nel novembre del 1850 entrò nel Seminario di Padova e il 18 settembre del 1858 fu ordinato sacerdote a Castelfranco Veneto e il giorno seguente celebrò la Prima Messa Solenne nella nativa Riese, dove era stato battezzato e aveva ricevuto la Prima Comunione.
Fu Cappellano a Tombolo, Parroco a Salzano e poi Canonico e Cancelliere della Curia di Treviso. Ma tanto fu lo zelo e la competenza dimostrata nell'esplicare le mansioni affidategli, che Leone XIII lo elesse il 24 nov. 1884 Vescovo di Mantova, quindi Vescovo di S. Apollinare di Roma e in seguito Cardinale e Patriarca di Venezia. Lo Spirito Santo lo voleva però Capo Supremo di tutta la Chiesa. Morto infatti Leone XIII, il 4 agosto 1903 il Cardinal Sarto veniva eletto Papa col nome di Pio X.
Sulla Cattedra di Pietro Pio X fece delle riforme che rimarranno indelebili nella storia del Pontificato, dalla riforma della Musica Sacra, alla codificazione del diritto canonico ad encicliche sul catechismo, sull'Immacolata Concezione, contro la Massoneria, alla riorganizzazione dell'Azione Cattolica. La riforma più importante fu quella di portare ai 7 anni l'età della Prima Comunione, che fino allora si faceva in età molto più avanzata Decreto Quam singulari Christus amore sulla comunione ai fanciulli. (Decreto "Quam singulari Christus amore" sulla comunione ai fanciulli.) I giansenisti superstiti inorridirono; i modernisti mormorarono. Ma Pio X era sicuro di non sbagliare, e non cedette.
A mezzo secolo di distanza l'eresia modernista, che funestò in quel tempo la Chiesa, non è ormai che un ricordo. I suoi fautori pretendevano adeguare la Chiesa ai tempi moderni, e riuscirono a fare molti adepti anche tra le file del clero. L'enciclica « Pascendi dominicis» fece l'effetto di una bomba, che schiantò definitivamente l'eresia modernista.
Pio X fu sensibile a molti altri gravi problemi sociali, politici ed economici del suo tempo, tra cui il socialismo, problema aperto dalla "Non expedit" di Pio IX; la separazione francese fra Stato e Chiesa, i problemi sindacali esistenti in alcuni stati europei; l'avvicinarsi della guerra mondiale, o com'egli diceva, « il guerrone ». Gemeva, implorava la pace; ma la voragine s'aprì inesorabilmente. « Poveri figli miei, poveri figli miei sospirava nell'agonia... Offro la mia vita... Milioni di uomini che muoiono... Io avrei voluto evitare, ma non ho potuto... ». Egli può considerarsi la prima e più illustre vittima della guerra mondiale.
Nelle prime ore del 20 agosto 1914 si sparse pel mondo la ferale notizia: Sua Santità Pio X s'era spento serenamente in Cristo all' 1 e 15 di quella notte, in seguito a broncopolmonite. Il mondo cristiano, quantunque aspettasse di momento in momento il triste annunzio, fu colto da doloroso stupore. Anzi, parve sprofondare in un abisso di tenebre più dense, quando lo spegnersi dell'unico faro di luce, che irradiava dal Colle Valicano, allontanò sempre più la speranza della pace.
Pio X fu un grande Santo, oltre che per le virtù proprie del suo sacerdozio, per aver fatto risplendere attorno a sé le virtù strettamente evangeliche della povertà e della carità. Evidentemente queste due virtù sono assai care a Dio e ottengono molti favori, se il postulatore della causa di Pio X si trovò imbarazzato nello scegliere, tra i tanti miracoli attribuiti a lui, i due richiesti dai canoni per la finale glorificazione.
Il 29 maggio 1954, anno Mariano, a meno di quarant'anni dalla sua morte, Pio X fu solennemente elevato alla gloria degli altari da Pio XII.
Il suo motto che egli attuò scrupolosamente in tutto il suo Pontificato fu « Instaurare omnia in Christo», cioè rinnovare ogni cosa in Cristo.
PRATICA. Compiamo sempre con fine soprannaturale i doveri del nostro stato.
PREGHIERA. O Dio, che per difendere la fede cattolica e per restaurare ogni cosa in Cristo, hai riempito di celeste sapienza e di fortezza apostolica il Sommo Pontefice San Pio X, concedici propizio di seguire i suoi insegnamenti e i suoi esempi per meritare il premio eterno.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Pio X, papa, che fu dapprima sacerdote in parrocchia e poi vescovo di Mantova e patriarca di Venezia. Eletto, infine, Pontefice di Roma, si propose come programma di governo di ricapitolare tutto in Cristo e lo realizzò in semplicità di animo, povertà e fortezza, promuovendo tra i fedeli la vita cristiana con la partecipazione all’Eucaristia, la dignità della sacra liturgia e l’integrità della dottrina.
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