07/12/2022, ore 14.13,
07/12/2022, ore 14.04, da https://www.youtube.com/c/RadioRadioTV/videos
07/12/2022, ore 14.04, da https://streethawk1970seregno.tumblr.com/
07/12/2022, ore 14.03, da https://streethawk1970seregno.tumblr.com/
Per entrare nel cuore di Tifosi e Appassionati non bisogna per forza essere tra i piloti più vincenti della storia, può bastare molto meno, anche perché, e crediamo valga sempre la pena sottolinearlo, in buona parte dei casi, se non ci si trova al momento giusto, nel posto giusto e al volante del mezzo giusto, ambire alle posizioni di vertice può diventare un obbiettivo irrealizzabile, persino per il più grande dei fuoriclasse.
Sia chiaro, le vittorie sono sempre importanti, specie quando dietro di esse si celano motivazioni tali da renderle speciali, uniche ed indimenticabili. Tra queste, ce ne sono poi alcune, per un motivo o per l’altro, che riescono a lasciare dietro di sé un segno indelebile, anche a distanza di anni.
Vincere una gara nel Campionato del Mondo di Formula 1 è qualcosa che capita solo a pochi eletti, un’impresa che comunque la si veda non succede per la sola intercessione della buona sorte, perché arrivare lì, a giocarsi le posizioni di vertice, non è in fin dei conti proprio cosa facile.
Patrick Tambay, pur non avendo avuto poi così tante occasioni per guidare un’auto potenzialmente vincente, c’è riuscito, per ben due volte, in entrambi i casi al volante di una Ferrari, un traguardo che già di per sé sarebbe più che sufficiente per guadagnarsi un posto privilegiato nei libri di storia dell’automobilismo.
Vincendo alla sua quarta gara come pilota della Scuderia, a poche ore dal terribile incidente del compagno di squadra Didier Pironi, ma soprattutto gareggiando sulla iconica Ferrari 126 C2 numero 27 ereditata dall’amico Gilles Villeneuve, scomparso appena tre mesi prima sul circuito di Zolder, si può dire che Patrick riuscì a compiere qualcosa di memorabile, scaldando il cuore ferito dei Tifosi del Cavallino, ancora scossi dalla perdita dell’asso canadese.
La
sua impresa più grande sarebbe tuttavia arrivata qualche mese più
tardi, nella gara di casa per le Rosse di Maranello, quando davanti al
pubblico di Imola, comprensibilmente entusiasta per la sua bella
vittoria, non riuscì a fare a meno di onorare con sincerità ed una certa
emozione l’amico Gilles, guadagnandosi di conseguenza il più che
meritato affetto di migliaia Tifosi, che no
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~La cosa più degradante è questo continuo tradurre in soldi, in denaro, ogni risorsa dell’uomo, quelle fisiche come quelle intellettuali~
GIANMARIA VOLONTE’
+6 dicembre 1994.
“Noi vogliamo una filosofia libera
una libera ricerca scientifica.
Mentre voi imponete la vostra volontà di sopraffazione.
Noi vogliamo l'autonomia del pensiero e della scienza da ogni autorità religiosa, civile o accademica
Voi volete soffocare ogni manifestazione dello spirito
Che possano essere scacciati dalla Sorbona e da ogni università i bigotti ed i pedanti!
Questa università non aperta a tutti non è giusta.
Le cattedre ai sapienti non ai dogmatici!
I banchi a disposizione di chiunque abbia amore per le scienze!
Un insegnamento veramente libero
Una società in cui il lavoro delle mani e dell'ingegno siano onorati in equal misura!”
Gian Maria Volonté in Giordano Bruno
[regia di Giuliano Montaldo, 1973]
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“Le persone non vogliono ascoltare la verità perché non vogliono vedere le proprie illusioni distrutte.”
Friedrich Nietzsche
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07/12/2022, ore 14.02, da https://www.santodelgiorno.it/sant-ambrogio/
Sant' Ambrogio
Essendo in quel tempo rimasta vacante quella sede episcopale, vi erano grandi discordie tra cattolici ed ariani per l'elezione del nuovo Vescovo. Ciascuno lo voleva secondo la propria fede, e fu necessario l'intervento del governatore Ambrogio per pacificare gli animi. Ma appena Ambrogio comparve in mezzo alla folla, un bambino si diede a gridare: Ambrogio vescovo, Ambrogio vescovo, e subito dopo di lui, cattolici ed ariani unanimemente vollero l'elezione di Ambrogio.
Essendo egli solamente catecumeno, dovette prima ricevere il battesimo, poi il sacerdozio e finalmente malgrado la sua umile riluttanza, la consacrazione episcopale.
Eletto dunque vescovo, con cuore di padre governò le anime a lui affidate.
Amorevole con tutti, si mostrava nello stesso tempo severo ed intransigente verso i nemici ostinati della Chiesa.
Con la sua straordinaria perspicacia nella scelta dei pastori di anime, diede il colpo di grazia alla setta degli ariani. Questi eretici, riconoscendo Gesù Cristo solo come uomo, negavano recisamente la sua divinità.
Ma se potenti erano gli eretici, più potenti furono i difensori suscitati da Dio per la integrità della fede.
Frutti insperati raccoglieva il Santo coi suoi sermoni: va ricordata in modo speciale la conversione di S. Agostino.
Stando una volta l'imperatore Teodosio nel presbiterio della chiesa, posto riservato unicamente ai sacerdoti, coraggiosamente mandò ad avvertirlo, ma con tale carità, che Teodosio ringraziò il santo vescovo di tale avvertimento.
Allorché lo stesso imperatore osò entrare in chiesa dopo la strage di Tessalonica, Ambrogio glielo impedì, e quando l'imperatore per scusarsi addusse l'esempio del re Davide, il santo Vescovo coraggiosamente rispose: Se avete imitato Davide nel peccato, imitatelo anche nella penitenza.
Finalmente, dopo molte lotte e sacrifici, andò a ricevere la corona delle sue fatiche in cielo, il 4 aprile dell'anno 397.
PRATICA. Facciamo penitenza dei nostri peccati finchè siamo in vita, se non vogliamo farla in Purgatorio.
PREGHIERA. O Signore che nell'elezione e nella vita del vescovo Ambrogio hai dato al tuo popolo un esempio della tua immensa misericordia e provvidenza, fa' che per i meriti di Gesù Cristo un giorno siamo compagni di colui che ora veneriamo in terra.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di sant'Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della Chiesa, che si addormentò nel Signore il 4 aprile, ma è venerato in particolare in questo giorno, nel quale ricevette, ancora catecumeno, l'episcopato di questa celebre sede, mentre era prefetto della città. Vero pastore e maestro dei fedeli, fu pieno di carità verso tutti, difese strenuamente la libertà della Chiesa e la retta dottrina della fede contro l'arianesimo e istruì nella devozione il popolo con commentari e inni per il canto.
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