martedì 13 maggio 2025

13/05/2025, ore 18.52, da https://tv.zam.it/ch-Rai-Movie 

La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
21:10
Inserisci La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler in calendario
2004  Regia di: Oliver Hirschbiegel con Bruno Ganz, Alexandra maria Lara, Corinna Harfouch
La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler La fine di Adolf Hitler dal punto di vista della segretaria Traudl Junge, che fu testimone degli ultimi giorni del Fuhrer nel bunker in cui si rifugiò coi suoi stati generali. Di Oliver Hirschbiegel. Con Bruno (Continua...)

 

13/05/2025, ore 18.52, da https://www.milanofinanza.it/news/borse-oggi-in-diretta-europa-attesa-cauta-dopo-la-tregua-sui-dazi-usa-cina-e-vero-rally-o-una-202505130836229499 

Borse oggi in diretta| Il Ftse Mib chiude sopra i 40.000 punti (+0,4%). In pole position Stellantis, Mps e Iveco
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Borse oggi in diretta| Il Ftse Mib chiude sopra i 40.000 punti (+0,4%). In pole position Stellantis, Mps e Iveco

13 maggio 2025, 08:30 Ultimo aggiornamento: 17:54

All’indomani dell’inattesa tregua di 90 giorni fra Usa e Cina sui dazi, i mercati si chiedono: è un rally che durerà o una trappola rialzista? L'inflazione Usa cresce meno delle attese ad aprile 2025. Spread a 101 punti base | Mediobanca, Nagel, Orcel e il ruolo di Palazzo Chigi: come sta andando il risiko bancario

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Ultim'ora news 13 maggio ore 17


Il Ftse Mib chiude a 40.77 punti, in rialzo dello 0,4%. Si distingue Stellantis, che guadagna il 4,4%, insieme a Mps (+4,2%), Iveco (+3,8%) e Amplifon (+3,4%). Chiudono il paniere delle blue chip Campari (-3%), A2a (-2,4%) e Nexi (-2,2%). Cala ancora lo spread Btp/Bund a 101 punti base. 

Bene anche le altre borse europee con l’eccezione di Londra, che chiude poco mossa. Oltre Oceano Wall Street prosegue contrastata con il Dow Jones in ribasso dello 0,3% mentre S&P 500 (+0,9%) e Nasdaq (+1,6%) guadagnano terreno. 

Ore 15:30 Wall Street parte mista dopo l’inflazione Usa. Ftse Mib sopra i 40.000 punti

Wall Street parte contrastata dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione americana di aprile. L’indice dei prezzi al consumo è sceso al 2,3%, il livello più basso dal febbraio 2021, in calo rispetto al 2,4% di marzo e inferiore al 2,4% previsto. L’inflazione core, che esclude cibo ed energia, è aumentata del 2,8%. Il Dow Jones nei primi scambi vira subito in negativo e cede lo 0,36%, il Nasdaq sale dello 0,21% e lo S&P 500 avanza dello 0,04%.

All’avvio delle borse americane il Ftse Mib viaggia sopra i 40.000 punti, a quota 40.067, in rialzo dello 0,4%. In vetta al listino c’è Mps, che guadagna il 4,2%, seguita da Iveco (+4%) e Prysmian (+3,3%). In coda Campari (-2%), Nexi (-1,8%) e Unicredit (-1,1%). 

Ore 13:30 Il Ftse Mib riprende quota. Sentiment degli investitori positivo in Germania

Martedì 13:30, lo Zew, che esprime il sentiment degli investitori istituzionali in Germania, risulta tonico e alle ore 12:20 circa il Ftse Mib riprende quota (+0,25%) oltre i 40.000 punti. 

L’indice tedesco  è infatti salito di 39,2 punti, raggiungendo quota 25,2 a maggio, rimbalzando in maniera chiara dai minimi degli ultimi due anni di -14,0 registrato ad aprile e superando di gran lunga le aspettative del mercato che si attestavano su 11,9.

Tra i titoli che salgono di più: Mps (+3,4%), Prysmian, Iveco (+2,7%). In rosso Campari e Nexi (-1,6%), Buzzi e Unicredit (-1%)

Ore 11 - Ftse Mib positivo dopo la tregua sui dazi. È vero rally o una trappola? Mps in corsa

Alle ore 11 circa, il Ftse Mib sale dello 0,3% riagganciando quota 40.000 a 40.041 punti con il rally di Mps (+3,7%), bene anche Prysmian (+2,6%), Iveco (+2,3%), Stellantis (+2%). In calo, invece, Nexi (-1,6%), Campari (-1,2%), Buzzi (-1%) e Poste (-0,5%).

Ore 9:10 –  Piazza Affari cauta dopo la tregua sui dazi. E’ vero rally o una trappola? Bene StM e Stellantis, giù Campari

Piazza Affari apre volatile, attorno alla parità, martedì 13 maggio, a 39.931 punti, trainata da StM (+1,1%), Banca Mediolanum (+0,9%), Stellantis (+0,9%) e Mps (+0,7%). In calo Campari (-0,8%), FinecoBank (-0,7%), Generali (-0,7%) e Buzzi (-0,6%).

Ore 8:30 – Europa attesa cauta dopo la tregua sui dazi Usa-Cina. E’ vero rally o una trappola?

All’indomani del rally del Nasdaq (+4,3%) grazie alla tregua Usa-Cina sui dazi, l’Asia si è mossa a doppia velocità e i futures sullo Eurostoxx 600 viaggiano positivi ma cauti, martedì 13 maggio. Oggi è giornata di Zew e di inflazione Usa, due dati da seguire da vicino in ottica di movimento delle banche centrali su possibili tagli dei tassi.

L’agenda macro di martedì 13 maggio

08.00 UK, dati sul mercato del lavoro di marzo

09.00 BCE: Escriva, Makhlouf

11.00 Germania, ZEW Sondaggio aspettative maggio

12.00 USA, Ottimismo piccole imprese aprile

14.30 USA, inflazione aprile

Trimestrali: Bayer, Munich Re

Trappola rialzista?

«Mercati che spingono le loro quotazioni su nuovi massimi di breve, dinamica fortemente rialzista dovuta ad un recupero importante iniziato dai minimi di aprile», nota martedì David Pascucci, analista di Xtb. Trump trova una tregua con un accordo sui dazi tra Usa e Cina, un ribasso dei dazi che ha di fatto spinto i mercati verso l'alto «facendo cosí dimenticare i fantasmi del liberation day, inoltre si parla di una riduzione dei prezzi dei farmaci negli Usa, mossa fondamentale per il consumatore medio americano», sottolinea l’analista. Oggi é la giornata dell'inflazione Usa, dato fondamentale per il futuro della Fed in merito ai tassi di interesse e questo potrebbe essere il market mover della giornata.

Questo movimento é una trappola rialzista? Considerando il fatto che il Vix, l'indice della volatilitá di S&P500 risulta ancora alto, nota Pascucci, si muove «all'interno del range di negoziazione del mercato ribassista del 2022, in pratica abbiamo una volatilità da bear market. L'entitá dei recuperi che abbiamo visto é troppo forte al rialzo, in questo caso prendiamo come esempio il Dax che ha recuperato circa un 25% dai minimi di aprile, un rendimento veramente molto alto considerando il fattore tempo».

Stessa cosa dicasi per tutti gli altri indici che sono andati a testare i massimi delle scorse settimane, quei massimi dai quali é partito il movimento ribassista visto ad aprile. Al momento non ci sono segnali ribassisti, ma la probabilitá di vedere uno stop di questa salita inizia a diventare alta, «pertanto facciamo molta attenzione a come si muovono gli indici nel brevissimo termine», avverte Pascucci.

Inflazione Usa stabile al 2,4%?

Martedì uscirá l'inflazione Usa, prevista stabile al 2,4% sui livelli minimi visti nel settembre 2024. Osservando come l'inflazione viene calcolata da Truflation, l'inflazione dovrebbe scendere ulteriormente per avvicinarsi al famoso target del 2%, sottolinea l’analista. «Se l'inflazione rimane su questi livelli o inizia a salire, potremmo dire che il taglio dei tassi é ancora da rimandare e solamente il tasso di disoccupazione potrá essere il catalizzatore per un taglio dei tassi a giugno». Per il momento il mercato rimane con il fiato sospeso, con un'inflazione che sta sui minimi da qualche anno a questa parte in via di peggioramento. Il Pil Usa ha avuto una brutta flessione nelle scorse settimane, elemento a favore di un ribasso dei prezzi a lungo termine.

A Piazza Affari occhio a…


Romano Minozzi, fondatore e presidente del gruppo Iris Ceramica, ha una partecipazione in Eni del 3,095% al 5 maggio, secondo le partecipazioni rilevanti della Consob.

Intanto il gruppo energetico ha emesso un bond in dollari e ha consegnato nel 2024 gas dalla Russia alla Turchia, come risulta dai documenti pubblicati ieri sul proprio sito web, confermando che Eni continua a trattare il gas russo nonostante la sospensione delle forniture in Europa.

Quanto alle banche, il governo conferma le condizioni imposte all'offerta di Unicredit per Banco Bpm, mentre si prepara a intavolare discussioni con la banca guidata da Andrea Orcel. L'ad ha detto che cercherà di ottenere chiarimenti in merito alla decisione del governo sull'offerta per Banco Bpm per elementi risultati «non chiari e non voluti».

Terna  ha firmato un memorandum of understanding con la controparte greca Ipto del valore di circa 1,9 miliardi di euro per realizzare un nuovo elettrodotto tra Italia e Grecia.

Buzzi, cda 1° trimestre e assemblea ordinaria e straordinaria (9:00).
Italgas, assemblea (14:00).
A2A, cda 1° trimestre, segue conference call (16:30).
Industrie de Nora, Inwit, cda 1° trimestre. (riproduzione riservata)
 

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La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler






Ambientato nei giorni finali della Seconda Guerra Mondiale, il film offre un drammatico e intenso ritratto degli ultimi momenti del Terzo Reich, raccontati principalmente attraverso gli occhi di Traudl Junge, la giovane segretaria personale di Adolf Hitler. Mentre le forze sovietiche avanzano su Berlino, Hitler e il suo ristretto cerchio di collaboratori si rifugiano nel bunker sotto la Cancelleria del Reich. Con la città in rovina e la sconfitta ormai inevitabile, il film esplora la crescente paranoia, il disfacimento psicologico e l'estrema lealtà dei presenti, mentre Hitler si rifiuta di accettare la realtà della sconfitta. Nel bunker, si assiste alla disperazione, al caos e alla fine di un regime che ha devastato l'Europa, offrendo una visione umana ma inquietante delle ultime ore di uno dei capitoli più oscuri della storia.
  • Titolo Originale: Der Untergang
  • Genere: Drammatico
  • Durata:
  • Anno: 2004
  • Paese: Germania
  • Regia: Oliver Hirschbiegel
  • Cast: Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Corinna Harfouch, Ulrich Matthes, Juliane Kohler

 

 https://it.wikipedia.org/wiki/Attentato_a_Giovanni_Paolo_II

Attentato a Giovanni Paolo II

ono mai alla scoperta dei veri mandanti dell'attentato.

La pista sovietico-bulgara

La pista russo-bulgara fu ipotizzata pochi giorni dopo il fatto da un comunicato del Sismi, poi ripreso nel settembre 1982 dalla stampa americana, in particolare dalla rivista “Reader’s Digest” che pubblicò un articolo nel quale la giornalista Claire Sterling indicava i servizi segreti bulgari (Komitet za dăržavna sigurnost) quali mandanti di Ali Ağca su ispirazione del KGB sovietico per colpire il papa polacco[19].

Nel novembre 1981 la Procura generale affidò al giudice istruttore Ilario Martella il supplemento d'istruttoria per stabilire eventuali complicità di Ali Ağca[20]. Dopo varie versioni e reticenze, Ağca indicò come complici tre cittadini bulgari: Sergej Antonov, funzionario della sede di Roma della compagnia aerea Balkan Air con funzioni di caposcalo all’aeroporto di Fiumicino; Željo Vasilev, segretario dell’addetto militare dell’ambasciata bulgara a Roma; Todor Ajvazov, responsabile dell’ufficio amministrativo della medesima sede diplomatica; secondo Ali Ağca, la pianificazione dell'attentato sarebbe maturata in Bulgaria, dove Abuzer Uğurlu (capo della mafia turca che ospitò Ağca a Sofia) e Bekir Çelenk (contrabbandiere di armi e droga e tramite fra i Lupi grigi e i servizi segreti bulgari)[21] gli avrebbero offerto tre milioni e mezzo di marchi per sparare al papa mentre i bulgari Antonov, Vassilev e Ajvazov gli avrebbero garantito supporto logistico a Roma: i tre, precisa, lo avrebbero accompagnato il 13 maggio in Piazza San Pietro, pronti ad intervenire per facilitare poi la sua fuga all'estero attraverso l'ambasciata bulgara[22][23][24].

Il 30 ottobre 1984 il giudice Martella rinviò a giudizio i bulgari Sergej Antonov, Željo Vasilev e Todor Ajvazov e i turchi Musa Serdar Celebi (accusato da Ağca di essere uno dei mandanti), Omar Bagci (che nascose la pistola utilizzata nell'attentato) e Oral Celik (capo dei Lupi grigi indicato come secondo esecutore)[25]. Il 29 marzo 1986 la Corte d'Assise di Roma assolse per insufficienza di prove Antonov, Vasilev, Ajvazov, Serdar Celebi e Çelik perché Ali Ağca non venne ritenuto credibile dai giudici mentre Omar Bagci venne condannato a tre anni e due mesi di carcere; il 19 dicembre 1987 la sentenza sarà confermata in appello[26].

Nel 2004 la commissione Mitrochin del Parlamento italiano[27], analizzando documenti provenienti da Germania e Ungheria, stilò una relazione di maggioranza, secondo la quale l'attentato sarebbe stato progettato dal KGB in collaborazione con la Stasi, i servizi segreti della Germania Est, con l'appoggio di un gruppo terroristico bulgaro a Roma, che a sua volta si sarebbe rivolto ai Lupi grigi, un gruppo turco di estrema destra di cui Ali Ağca faceva parte.

Una relazione di minoranza della stessa commissione negò questa tesi; tuttavia, altri documenti scoperti negli archivi sovietici e resi pubblici nel marzo 2008 supporterebbero la tesi che l'attentato sia stato commissionato dall'Unione Sovietica tramite il KDS bulgaro[28]. Le autorità bulgare si sono difese dichiarando che Ali Ağca lavorava per un'organizzazione anti-comunista guidata dai servizi segreti italiani e dalla CIA.[28] La difesa delle autorità bulgare è in parte avvalorata dal fatto che i Lupi grigi erano in effetti al comando del Counter-Guerrilla, il braccio in Turchia della rete "stay behind" Gladio[29][30][31][32], sostenuta segretamente dalla CIA e da altri servizi segreti occidentali.

Le motivazioni che avrebbero portato l'URSS a preparare l'attentato non sono chiare. Secondo i sostenitori di tale ipotesi, probabilmente l'Unione Sovietica temeva l'influenza che un Papa polacco poteva avere sulla stabilità dei loro Paesi satelliti dell'Europa Orientale, in special modo la Polonia, quale ritorsione per il sostegno a Solidarność, il sindacato cattolico e democratico dei lavoratori polacchi, protagonista della rivolta contro il regime comunista. D’altra parte, se il papa fosse morto e l’Unione sovietica fosse stata individuata come mandante, ne avrebbe subito un terribile danno d’immagine ovunque, e in particolare proprio in Polonia.

Tutte queste informazioni vanno considerate come ipotesi, perché a oggi non sono state comprovate le circostanze e le motivazioni dell'attentato. Lo stesso papa Giovanni Paolo II, inoltre, dichiarò nel maggio 2002, durante una visita in Bulgaria, di «non aver mai creduto nella cosiddetta connessione bulgara»[28]. D'altro lato, l'inchiesta su un vasto traffico di armi e droga condotta dal giudice Carlo Palermo negli anni ottanta, rivelò che i boss turchi Abuzer Uğurlu e Bekir Çelenk, per agire in tranquillità, lavoravano come "agenti doppi", sia per l'est sia per l'ovest[33]. Secondo alcuni, la "pista bulgara" venne creata a tavolino dal SISMI perché, secondo il pentito Giovanni Pandico, Ali Ağca venne visitato nel carcere di Ascoli Piceno dal generale Pietro Musumeci e dal faccendiere Francesco Pazienza per convincerlo a collaborare, con la partecipazione di Raffaele Cutolo, boss camorrista detenuto-padrone del carcere, e del cappellano Mariano Santini, affiliato cutoliano[34][35]. Secondo la testimonianza di Pazienza, la "pista bulgara" venne suggerita ad Ağca dal brigatista rosso Giovanni Senzani (anch’egli in odore di rapporti con i servizi segreti), suo compagno di cella nel carcere di Ascoli che gli impartiva lezioni di lingua italiana[36][37].

La pista interna al Vaticano

Nel 1985, la Procura della Repubblica di Roma avviò una nuova inchiesta giudiziaria per chiarire le complicità di Ağca, condotta dai giudici Antonio Marini e Rosario Priore, che nel 1998 si concluse con l'archiviazione[20][38]. Nel 1994 il giudice Priore andò ad interrogare Oral Celik, esponente di rilievo dei Lupi grigi indicato da Ağca come secondo attentatore (ma poi assolto) ed estradato dalla Francia dove viveva sotto falso nome, il quale affermò che i mandanti dell'attentato erano due cardinali (di cui non fece i nomi) che avrebbero aperto un conto corrente presso lo IOR per versare il pagamento ad Ağca[39][40]. Il giudice Priore non riuscì a trovare le prove di queste dichiarazioni ma rintracciò una fotografia scattata il 10 maggio 1981 (tre giorni prima dell’attentato) nel corso di una visita di Giovanni Paolo II presso la parrocchia romana di San Tommaso d’Aquino: nella foto, secondo le conclusioni degli inquirenti, è ritratto un gruppo di fedeli presenti alla cerimonia, tra i quali spicca la figura di Alì Ağca. La foto era stata scattata da uno dei parrocchiani, tal Daniele Petrocelli, che, interrogato per la prima volta nel 1994, raccontava di aver notato subito la somiglianza tra l’uomo della foto e Ağca, il cui volto, dopo l’attentato, aveva invaso i giornali e la televisione. Così il Petrocelli agli inquirenti: «La sera stessa, o il giorno dopo, si presentò a casa mia un poliziotto che si è qualificato della Digos, il quale ci ha chiesto in consegna la foto in cui appariva la persona somigliante all’attentatore… Ricordo che il poliziotto al quale consegnai la foto mi disse di non parlare a nessuno del fatto. Non fu redatto verbale della consegna della foto». Una testimonianza confermata anche dalla moglie del Petrocelli. Il particolare che suscitava vieppiù l’interesse degli inquirenti era il fatto che la foto immortalava Ağca in un settore riservato, al quale si poteva accedere solo grazie agli inviti diramati dal Vaticano, in particolare dalla Prefettura della Casa pontificia, di cui allora era reggente monsignor Dino Monduzzi. In questo ufficio lavoravano due soli dipendenti, uno dei quali era Ercole Orlandi, padre di Emanuela, la ragazza misteriosamente scomparsa nel 1983. Questi, chiamato a testimoniare sulla vicenda, nel 1995, spiegava agli inquirenti che gli inviti alle cerimonie pontificie potevano essere ritirati a mano o recapitati a opera del suo ufficio, ma che non ricordava, nonostante la sua buona memoria, di aver spedito uno di tali inviti a nome di Ağca[41]. Lo stesso giudice Priore lamentò nella sentenza-ordinanza una scarsa collaborazione del Vaticano nelle indagini: «Molti interrogativi di questa indagine potevano essere risolti se ci fosse stato l'ausilio della Città del Vaticano. Ma ci si è trovati davanti ad un atteggiamento che appare, come intento e non si comprende da quali finalità determinato, di chiudere ogni indagine sul delitto e di porre una pietra tombale sulla ricerca della verità»[39].

Il sospettato ruolo della mafia

A queste informazioni si aggiunse quella del coinvolgimento di Cosa Nostra nell'attentato, di cui parlò il collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara al giudice Rosario Priore nel corso di un interrogatorio nel 1997: egli raccontò di essere stato personalmente incaricato dall'imprenditore massone Michele Lucchese (vicino al boss Francesco Messina Denaro) di recarsi a Roma il 12 maggio 1981, per incontrare Saverio Furnari e Vincenzo Santangelo (due mafiosi di Castelvetrano) con cui avrebbe dovuto prelevare il giorno successivo due turchi armati in piazza San Pietro; venti minuti dopo l'attentato, all'appuntamento si presentò solo uno dei due uomini, molto agitato e scortato dal bulgaro Serghei Antonov.[42] Subito dopo, Calcara e i due mafiosi tornarono a Milano: lì Furnari e Santangelo uccisero il turco e Calcara li aiutò a seppellirlo nelle campagne di Calderara. Tuttavia quando gli inquirenti andarono a cercare i resti del turco nel luogo indicato dal collaboratore di giustizia, non trovarono nulla.[43] Nella sentenza-ordinanza a conclusione delle indagini, il giudice Priore scrisse: «Calcara, (...) pur se animato dalle migliori intenzioni, non ha trovato conferme nell'istruzione compiuta. Il riscontro principale, cioè il rinvenimento del cadavere del turco, non s'è mai verificato. Il resto delle dichiarazioni (...) può benissimo provenire dalla lettura dei giornali. Il resto dalla fantasia, di cui i pentiti in genere non difettano»[41].

Le accuse a Khomeini

Nel 2013 ha suscitato una nuova polemica la dichiarazione, contenuta nell'autobiografia del terrorista turco, secondo il quale il mandante "morale" dell'attentato sarebbe stato l'ayatollah Khomeini[44].

Nel suo racconto, Ağca spiega come l'ayatollah gli avrebbe ordinato, in turco, di "uccidere il Papa in nome di Allah": "Tu devi uccidere il portavoce del diavolo in terra, il vicario di Satana in questo mondo. Sia morte al capo degli ipocriti, alla guida degli infedeli. Sia morte a Giovanni Paolo II per mano tua... Non dubitare mai, abbi fede, uccidi per lui... e poi togliti la vita affinché la tentazione del tradimento non offuschi il tuo gesto... il tuo martirio sarà ricompensato con il paradiso, con la gloria eterna nel regno di Allah". L'ipotesi è comunque generalmente ritenuta azzardata; l'ayatollah, infatti, non conosceva che sommariamente la lingua turca ed è estremamente improbabile che un sunnita come Ağca prendesse ordini da un alto esponente sciita.

Fatima, raffigurazione della Madonna di Fátima

Interpretazioni religiose

Lo stesso argomento in dettaglio: Terzo segreto di Fátima.

Un documento della Congregazione per la dottrina della fede analizza l'attentato mettendolo in relazione con l'ultimo dei Segreti di Fátima[45].

Le differenze rispetto alla rivelazione di Suor Lucia sono tuttavia notevoli: piazza San Pietro non è una ripida montagna e al centro c'è un obelisco egizio, non una grande croce di tronchi grezzi. La città non è in rovina, non è morto nessuno, non gli sparò un gruppo di soldati.

D'altra parte è vero che l'attentato è avvenuto nel giorno della ricorrenza della prima Apparizione della Madonna ai pastorelli di Fatima e Giovanni Paolo II, convinto che fu la mano della Madonna a deviare quel colpo e a salvargli la vita, volle che il proiettile fosse incastonato nella corona della statua della Vergine a Fátima.

Un altro attentato

Un altro tentativo di assassinio di Giovanni Paolo II avvenne il 12 maggio 1982 a Fatima, quasi un anno dopo il primo attentato: un uomo tentò di colpire il papa con una baionetta, ma fu fermato dai servizi di sicurezza. L'uomo, un sacerdote spagnolo di nome Juan María Fernández y Krohn, si opponeva alle riforme del Concilio Vaticano II e definiva il Papa un "agente di Mosca". Fu condannato a sei anni di prigione e poi espulso dal Portogallo.

Influenza culturale

  • Attentato al Papa, miniserie televisiva in due puntate trasmesse da Raiuno dal 6 aprile 1986, che ricostruisce fedelmente le indagini della magistratura italiana sulla famosa "pista bulgara".

Note

  1. ^ https://www.lanazione.it/montecatini/cronaca/2011/04/26/495839-incontro_papa.shtml
  2. ^ Martin A. Lee, The 1981 Assassination Attempt of Pope John Paul II, The Grey Wolves, and Turkish & U.S. Government Intelligence Agencies, San Francisco Bay Guardian, 14 maggio 2001, pp. 23, 25.
  3. ^ si veda in proposito Associated Press via Aleteia, La pistola usata da Alì Ağca contro Giovanni Paolo II in mostra.
  4. ^ Ağca'nın Papa suikastında kullandığı silah sergileniyor.
  5. ^ Joseph Bottum, John Paul the Great, su weeklystandard.com, Weekly Standard, 18 aprile 2005, pp. 1–2. URL consultato il 9 aprile 2005 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2009).
  6. ^ La seconda vita di Suor Letizia, che fermò Ali Agca.
  7. ^ Papa: parla la suora che bloccò Agca, "inciampò e mi buttai sopra".
  8. ^ Al capezzale dei papi e dei re, su accademiaromanachirurgia.it, Accademia Romana di Chirurgia. URL consultato il 23 gennaio 2007 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2009).
  9. ^ Time Magazine: Pope Half Alive: 1982, p. 1
  10. ^ Wojtyla segreto, Chiarelettere editore, Milano, 2011, pp. 74-75. ISBN 978-88-6190-114-8.
  11. ^ Lo Scapolare del Carmelo, pubblicato da Shalom, 2005 ISBN 88-8404-081-7 p. 6
  12. ^ HelpFellowship, su helpfellowship.org, HelpFellowship. URL consultato il 12 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2005).
  13. ^ Maxwell-Stuart, P.G. (2006). Chronicle of the Popes: Trying to Come Full Circle.Londres: Thames & Hudson. p. 234. ISBN 0-500-28608-6
  14. ^ monsignor Dziwisz Stanisław: Conferenza Stampa del 13 Maggio 2001
  15. ^ Wojtyla segreto, op. cit., p. 75.
  16. ^ E il laico si inginocchiò con il Papa, su ilsole24ore.com, Il Sole 24 ORE, 2 aprile 2005. URL consultato il 22 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2011).
  17. ^ Atentado contra o Papa, in terra.com.br. URL consultato il 9 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2014).
  18. ^ Marco Ansaldo, Un secondo killer per Wojtyla il mistero nella pallottola di Fatima, in la Repubblica, 15 maggio 2005. URL consultato l'8 agosto 2019.
  19. ^ C. Sterling, “Il complotto per l’uccisione del papa”, Reader’s Digest, settembre 1982

  • Ma chi coprì l'attentato dell'81? il mistero della pista bulgara - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 29 settembre 2020.
  • ^ 'AGCA E' SOLAMENTE UN GRAN BUGIARDO E VOI GIUDICI ITALIANI MI FATE PEN - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 29 settembre 2020.
  • ^ LA DURA PROTESTA DI SOFIA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 settembre 2020.
  • ^ CASO ANTONOV, TROPPI DUBBI E IL GIUDICE PRENDE TEMPO - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 settembre 2020.
  • ^ COSI' AGCA SPARO' AL PAPA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 settembre 2020.
  • ^ QUESTI CINQUE ANNI DI INDAGINI - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 settembre 2020.
  • ^ la Repubblica/politica: Agca, diciannove anni di processi e misteri, su repubblica.it. URL consultato il 28 settembre 2020.
  • ^ Documento conclusivo sull'attività svolta e suoi risultati dell'inchiesta Mitrokhin (PDF).

  • (EN) Stasi Files Implicate KGB in Pope Shooting, su dw-world.de. URL consultato il 21 giugno 2007.
  • ^ Jan Pacal, The Short and Bloody History of Ulkucus, in Hürriyet, 4 aprile 1997. URL consultato il 09à-06-2009 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2014).
  • ^ (FR) Martin A. Lee, Les liaisons dangereuses de la police turque, in Le Monde diplomatique, marzo 1997.
  • ^ Tore Bjørgo (a cura di), The Double Standard: The Turkish State and Racist Violence, in Racist violence in Europe, ISBN 0-312-12409-0.
  • ^ Nazan Maksudyan, The Turkish Review of Anthropology and the Racist Face of Turkish Nationalism, in Cultural Dynamics, vol. 17, n. 3, novembre 2005, pp. 291-322, DOI:10.1177/0921374005061992.
  • ^ Economia selvaggia, dal sito della Fondazione Cipriani, che riporta l'articolo Luigi Cipriani, Armi e droga nell'inchiesta del giudice Palermo, in "Democrazia proletaria" maggio 1985.
  • ^ ANCHE PAZIENZA ANNUNCIA 'PARLERO' DELL' ATTENTATO' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 settembre 2020.
  • ^ E ORA PER LA PISTA BULGARA PANDICO ACCUSA IL SISMI - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 settembre 2020.
  • ^ 'ECCO CHI E' IL TERZO UOMO' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 settembre 2020.
  • ^ PAZIENZA: 'LA PISTA BULGARA SUGGERITA AD AGCA DA SENZANI' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 settembre 2020.
  • ^ ATTENTATO AL PAPA E CASO ORLANDI CHIUSE LE INCHIESTE RESTA IL MISTERO - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 3 ottobre 2020.

  • Priore: Sull'attentato al Papa il Vaticano è stato reticente - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  • ^ ' SULL' ATTENTATO AL PAPA SOLO FANTASTICHERIE' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 4 ottobre 2020.

    1. Sentenza-ordinanza del giudice Rosario Priore sull'attentato al papa.
    2. ^ 'RIINA ORDINO' AD ALI' AGCA DI UCCIDERE WOJTYLA' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 3 ottobre 2020.
    3. ^ Salvatore Borsellino, Memoriali di Vincenzo Calcara, su 19luglio1992.com, 18 settembre 2008. URL consultato il 1º ottobre 2014.
    4. ^ L'ultima verità di Ali Agca: Khomeini era il mandante dell'attentato al papa, su lastampa.it.
    5. ^ Il messaggio di Fatima, su vatican.va, Congregazione per la dottrina della fede. URL consultato il 21 giugno 2007.

    Bibliografia

    La Fiat Campagnola utilizzata dal Pontefice come papamobile il giorno dell'attentato è ora conservata nel Padiglione delle Carrozze in seno al Museo storico vaticano (Musei Vaticani, Roma)

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