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loro filmato, con il loro "saper far", sorriso a 450 denti bianchissimi, "Hi guys! It's me! Today I wanna talk about ... "
31/01/2020, ore 12.49, magari, stasera, mi prendo una pizza alla solita #SantaMaria #PizzeriaSantaMaria ... https://www.justeat.it/restaurants-pizzeriasantamariaseregno/menu
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31/01/2020, ore 12.42, da https://www.cookaround.com/
La
decisione dopo l'annuncio dei primi due casi accertati in Italia, una
coppia di turisti ricoverata a Roma. Da ieri sera è scattato il blocco
dei voli da e per la ...
Dopo
la conferma dei primi due casi di coronavirus accertati in Italia,
arrivata giovedì sera, il Consiglio dei ministri si riunisce per
dichiarare lo stato di ...
ROMA.
Il Coronavirus sbarca in Italia e il Governo ha dichiarato per sei mesi
lo stato di emergenza sanitaria. “Una conseguenza dello stato di
emergenza ...
Il
Coronavirus è al centro delle preoccupazioni del governo: il Consiglio
dei ministri ha dichiarato lo stato d'emergenza sanitario di sei mesi e
stanziato 5 milioni ...
Coronavirus
Italia e Mondo, ufficiale: è stato dichiarato stamane lo stato di
emergenza dal governo del Belpaese, a seguito di un Cdm straordinario di
Palazzo ...
La
Gdf di Bari ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare agli
arresti domiciliari a Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, il
primo ex presidente del Cda e ...
MESTRE
Con quello dell'altra notte fanno quattordici in sei anni. Quattordici
volte con le vetrine sventrate, quattordici volte con i distributori
automatici di ...
TREVISO
- Due casi sospetti del nuovo Coronavirus cinese nella Marca. La paura è
arrivata anche nel trevigiano. Un bambino di 4 anni e una imprenditrice
di ...
In
questi giorni non c'è tempo per riposarsi nel laboratorio di virologia
dell'Istituto Spallanzani di Roma. Da Napoli, da Bolzano, da Pistoia, da
molte parti di Italia ...
“Prima
di scendere dall'aereo gli operatori sanitari, vestiti con le
protezioni, mascherine e visiere, ci hanno misurato due volte la febbre
con un termometro a ...
A
Fiumicino sono atterrati i voli Air China da Hangzhou, uno della Hainan
Airlines da Chongqing e uno della Southern Airlines partito da
Guanzhou. Gli ultimi ...
Il
bilancio dell'epidemia di coronavirus è salito a 213 morti in Cina,
mentre i nuovi casi registrati giovedì sono 1.982, con un totale di
9.692 infezioni confermate.
"Ha
aperto subito le gambe". L'ennesima frase di Antonio Zequila,
concorrente del Grande Fratello Vip 4, che fa esplodere i social è
contro Adriana Volpe.
Nella
Casa del Grande Fratello Vip 2020 c'è qualcuno che mente
'spudoratamente' sulla propria età. Per carità, guai chiedere gli anni
ad una donna (il.
Baby
Archie è già una piccola icona fashion, e il suo guardaroba è pieno
zeppo di messaggi. Tra marchi sostenibili e attività di charity, è
questo che lo rende ...
Meghan
Markle avrebbe già pianificato il divorzio da Harry. La separazione
avverrà entro 5 anni, forse 3. Ne sono convinti gli esperti della
Famiglia Reale.
Un
27enne ha ucciso a colpi d'arma da fuoco l'ex amante 48enne e la figlia
27enne della donna nella loro abitazione nel centro storico di
Mussomeli, nel ...
L'uomo,
27 anni, non voleva rassegnarsi alla fine della relazione: alla fine
s'è tolto la vita. di SALVO PALAZZOLO e ALAN DAVID SCIFO. abbonati a. 31
gennaio ...
Svolta
nel caso giovane donna pakistana trovata morta ieri nel suo
appartamento a Versciaco, in Alto Adige. Dopo una notte in caserma è
stato disposto il fermo ...
BOLZANO
- Svolta nel caso giovane donna pakistana incinta trovata morta nel suo
appartamento a Versciaco, in Alto Adige. La donna è stata trovata morta
nel ...
NOVARA.
Ha lanciato nella notte da un cavalcavia un masso di 8 chili e un
cartello stradale. Per questo gesto è stato arrestato dalla Polizia di
Stato di Novara.
La
polizia di Novara ha arrestato un uomo e denunciato un minorenne per
aver lanciato durante la notte un masso di 8 chili e un cartello
stradale da un ...
Dopo
l'autorizzazione allo sbarco di 1.140 persone, ancora 6.000 passeggeri
sono bloccati nella crociera Costa Smeralda a Civitavecchia. Sgomento e
ansia s.
Hanno
iniziato a sbarcare dalla Costa Smeralda ormeggiata al porto di
Civitavecchia i 1143 passeggeri che avrebbero dovuto sbarcare ieri e che
sono rimasti ...
Coronavirus,
per l'Oms è emergenza globale. La principale ragione non è quanto sta
accadendo in Cina, ma quanto avviene in altri paesi», ha detto il capo
dell' ...
Marcia
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davanti al parlamento europeo. Al suono della cornamusa una quindicina
di politici ...
Alle
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Sbarcata
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30
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internazionale ...
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il batterio dell'ulcera si può più che dimezzare il rischio di tumore
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già di per sé ...
Dalla
mano morbida del Giappone che adotta l'auto quarantena al pugno duro
dell'Australia che intende spedirli su un'isola a 2mila chilometri dalla
...
La Grande Storia - 1970 Tripoli addio (Documentario)
1969 in Libia il colpo di Stato guidato da Gheddafi.
Nel giro di un anno vengono espulsi tutti gli stranieri, militari e
civili. Tra di loro, migliaia... [continua]
Simon e Robyn sono una giovane coppia di sposi la
cui vita procede con regolarita' fino a quando l'incontro con un
conoscente del liceo manda il loro ... [continua]
31/01/2020, ore 12.39, da https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Bosco
Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una modesta cascina dove ora sorge il Tempio di Don Bosco, nella frazione collinare I Becchi di Castelnuovo d'Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco), figlio dei contadini Francesco Bosco (1784-1817) e Margherita Occhiena (1788-1856).
Il padre, nel 1811, era rimasto vedovo della prima moglie
Margherita Cagliero, dalla quale aveva avuto due figli: Antonio
(1808-1849) e Teresa Maria, morta nel 1810 due giorni dopo la nascita;
da Margherita Occhiena, prima di Giovanni, aveva avuto Giuseppe
(1813-1862).[1]
Quando Giovanni aveva soltanto due anni, il padre contrasse una
grave polmonite che lo condusse alla morte l'11 maggio 1817, a soli 33
anni. Francesco Bosco lasciò così la moglie Margherita vedova con tre
figli da accudire (Antonio, Giuseppe e Giovanni), oltre alla madre del
marito, Margherita Zucca (1752-1826), anziana e inferma. Furono anni
molto difficili per mamma Margherita; molta gente morì a causa della
fame e delle epidemie.
A nove anni il piccolo Giovanni Bosco ebbe un sogno che egli stesso
definì "profetico" e che più volte raccontò ai ragazzi del suo Oratorio:
«A nove anni ho fatto un sogno. Mi pareva di essere vicino a casa, in
un cortile molto vasto, dove si divertiva una gran quantità di ragazzi.
Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire
le bestemmie mi slanciai in mezzo a loro. Cercai di farli tacere usando
pugni e parole.
In quel momento apparve un uomo maestoso, vestito nobilmente. Un
manto bianco gli copriva tutta la persona. La sua faccia era così
luminosa che non riuscivo a fissarla. Egli mi chiamò per nome e mi
ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi. Aggiunse: «Dovrai farteli
amici non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità. Su,
parla, spiegagli che il peccato è una cosa cattiva e che l'amicizia con
il Signore è un bene prezioso». Confuso e spaventato risposi che io ero
un ragazzo povero e ignorante, che non ero capace di parlare di
religione a quei monelli.
In quel momento i ragazzi cessarono le risse, gli schiamazzi e le
bestemmie e si raccolsero tutti intorno a colui che parlava. Quasi
senza sapere cosa facessi gli domandai: «Chi siete voi, che mi comandate
cose impossibili?» «Proprio perché queste cose ti sembrano impossibili –
rispose – dovrai renderle possibili con l'obbedienza e acquistando la
scienza». «Come potrò acquistare la scienza?». «Io ti darò la maestra.
Sotto la sua guida si diventa sapienti, ma senza di lei anche chi è
sapiente diventa un povero ignorante». «Ma chi siete voi?». «Io sono il
figlio di colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al
giorno». «La mamma mi dice sempre di non stare con quelli che non
conosco, senza il suo permesso. Perciò ditemi il vostro nome». «Il mio
nome domandalo a mia madre».
In quel momento ho visto vicino a lui una donna maestosa, vestita
di un manto che risplendeva da tutte le parti, come se in ogni punto ci
fosse una stella luminosissima. Vedendomi sempre più confuso, mi fece
cenno di andarle vicino, mi prese con bontà per mano e mi disse:
«Guarda». Guardai e mi accorsi che quei ragazzi erano tutti scomparsi.
Al loro posto c'era una moltitudine di capretti, cani, gatti, orsi e
parecchi altri animali. La donna maestosa mi disse: «Ecco il tuo campo,
ecco dove devi lavorare. Cresci umile, forte e robusto e ciò che adesso
vedrai succedere a questi animali, tu lo dovrai fare per i miei figli».
Guardai ancora ed ecco che al posto di animali feroci comparvero
altrettanti agnelli mansueti che saltellavano, correvano, belavano,
facevano festa attorno a quell'uomo e a quella signora. A quel punto nel
sogno mi misi a piangere. Dissi a quella signora che non capivo tutte
quelle cose. Allora mi pose una mano sul capo e mi disse: «A suo tempo,
tutto comprenderai».
Aveva appena detto queste parole che un rumore mi svegliò. Ogni
cosa era scomparsa. Io rimasi sbalordito. Mi sembrava di avere le mani
che facevano male per i pugni che avevo dato, che la faccia mi bruciasse
per gli schiaffi ricevuti. Al mattino ho subito raccontato il sogno,
prima ai fratelli che si misero a ridere, poi alla mamma e alla nonna.
Ognuno diede la sua interpretazione. Giuseppe disse: «Diventerai un
pecoraio». Mia madre: «Chissà che non abbia a diventare prete». Antonio
malignò: «Sarai un capo di briganti». L'ultima parola la disse la nonna,
che non sapeva né leggere né scrivere: «Non bisogna credere ai sogni».
Io ero del parere della nonna. Tuttavia quel sogno non riuscii più a
togliermelo dalla mente.[2]»
(Memorie, Don Bosco)
Lo storico Pietro Stella ipotizzò che il sogno del giovane Bosco sia
stato influenzato da una predica riguardante il mandato di Gesù a san Pietro
e la celebre frase: «Pasci le mie pecorelle». Secondo gli studi dello
storico infatti Giovanni fece quel sogno proprio la notte successiva
alla festa di San Pietro.
La formazione e gli studi
«La sottrazione di benevolenza è un castigo che eccita l'emulazione.»
(Il sistema preventivo, don Bosco)
In seguito a quel sogno, il giovane Bosco decise di seguire la strada del sacerdozio. A Capriglio
vi era una scuola elementare all'interno della parrocchia in cui si
recò il ragazzino per studiare, ma don Lacqua, il cappellano che gestiva
le lezioni, non lo accolse fra i suoi alunni perché apparteneva a un
altro comune. Il caso volle che, morta la serva del curato, questi
assunse Marianna Occhiena, sorella di Margherita e dunque zia di
Giovanni Bosco, che pregò don Lacqua affinché accogliesse il nipote a
scuola. Questi accettò malvolentieri ma finì comunque per affezionarsi
al ragazzo, difendendolo dai compagni che lo maltrattavano perché di un
altro paese.
Per avvicinare alla preghiera e all'ascolto della messa i
ragazzini del paese, Giovannino Bosco decise di imparare i giochi di
prestigio e le acrobazie dei saltimbanchi, attirando così i coetanei e i
contadini del luogo grazie a salti e trucchetti di magia, invitandoli
però prima a recitare il Rosario e ad ascoltare una lettura tratta dal
Vangelo.
Nel febbraio del 1826 Giovanni Bosco perse anche la nonna paterna
che viveva con loro. Poiché ella riusciva a tenere a freno i tre
ragazzi della famiglia, Margherita, spaventata dal fatto che il figlio
potesse perdere la via giusta, chiese al parroco, don Sismondo, di
concedergli la Comunione, benché l'età media dei ragazzi per accedere al
sacramento fosse di dodici anni, mentre Giovannino Bosco aveva soltanto
undici anni. Don Sismondo accondiscese e così il 26 marzo 1826, il ragazzo fece la sua Prima Comunione.
L'inverno che seguì per lui fu il più duro: il fratellastro
Antonio, che già guardava di cattivo occhio il fatto che Giovannino
frequentasse la scuola e per di più passasse il tempo pregando e
compiendo giochi di prestigio, si lamentò di lui e a stento il ragazzino
riuscì a salvarsi dai suoi pugni. Margherita fu così costretta a
mandare via il figlio dai Becchi per farlo vivere come garzone a Moncucco Torinese presso la cascina dei coniugi Luigi e Dorotea Moglia, dove rimase dal febbraio 1827 al novembre 1829.
Essi, in un primo momento, non volevano accogliere il giovane fra i
propri lavoratori ma osservando la tenacia e l'intelligenza del ragazzo
decisero di tenerlo con loro, affidandolo al vaccaro della famiglia, il
vecchio Giuseppe, chiamato da tutti "lo zio".
Essendo desideroso di studiare, Giovanni chiese allo zio Michele
Occhiena, che aveva scambi con il Seminario di Chieri, di intercedere
per lui affinché qualche sacerdote accettasse di istruirlo. Michele non
riuscì però a ottenere alcun risultato. Nel settembre di quel 1829, a
Morialdo era venuto a stabilirsi come cappellano don Giovanni Calosso,
sacerdote settantenne, questi, dopo aver constatato quanto intelligente
e desideroso di studiare fosse il giovane, decise di accoglierlo nella
propria casa per insegnargli la grammatica latina e prepararlo così alla
vita del sacerdote. Un anno dopo, e precisamente il 21 novembre del 1830, Giovanni Calosso fu colpito da apoplessia
e moribondo diede al giovane amico la chiave della sua cassaforte, dove
erano conservate seimila lire che avrebbero permesso a Giovanni di
studiare ed entrare in Seminario. Il ragazzo però preferì non accettare
il regalo del maestro e consegnò l'eredità ai parenti del defunto.
Il 21 marzo 1831
il fratellastro Antonio sposò Anna Rosso, di Castelnuovo, e la madre
decise di dividere l'asse patrimoniale con lui così che Giovanni poté
tornare a casa e riprendere da settembre gli studi a Castelnuovo con la
possibilità di una semi-pensione presso Giovanni Roberto, sarto e
musicista del paese che gli insegnò il proprio mestiere. A fine anno
decise di andare a studiare a Chieri e l'estate la passò al Sussambrino, una cascina di Castelnuovo che suo fratello Giuseppe (1813-1862), insieme con l'amico Giuseppe Febraro, aveva preso a mezzadria.
Grazie all'aiuto del maestro, don Emanuele Virano, riuscì a
recuperare tutto il tempo perduto ma, non appena questi fu nominato
parroco di Mondonio e dovette abbandonare la scuola, il suo sostituto,
don Nicola Moglia, di settantacinque anni, non riuscendo a contenere i
suoi giovani studenti, fece perdere al giovane Bosco tempo prezioso che
egli comunque spese imparando diversi mestieri, quale quello del sarto,
grazie all'aiuto di Giovanni Roberto e quello del fabbro nella fucina di
Evasio Savio, un suo amico, grazie ai cui insegnamenti egli in seguito
riuscì a fondare laboratori per i ragazzi dell'Oratorio di Valdocco.
Il sacerdozio
Il Seminario e l'amicizia con Luigi Comollo
A
Chieri si stabilì a pensione presso la casa di Lucia Matta. Per
mantenersi gli studi lavorò come garzone, cameriere, addetto alla
stalla, ecc. Qui fondò la Società dell'Allegria, attraverso la quale, in
compagnia di alcuni giovani di buona fede, tentava di far avvicinare
alla preghiera i coetanei attraverso i suoi soliti giochi di prestigio e
i suoi numeri acrobatici. Egli stesso raccontava che un giorno riuscì a
battere un saltimbanco professionista, acquistandosi così il rispetto
degli altri e la loro considerazione.
Durante gli anni di studio, Giovanni Bosco strinse forte amicizia con Luigi Comollo, nipote del parroco di Cinzano.
Il giovane era spesso maltrattato dai suoi compagni, insultato e
picchiato ma accettava spesso con un sorriso o una parola di perdono
queste sofferenze. Il giovane Bosco, dal canto suo, non sopportava di
vedere il coetaneo così maltrattato e spesso lo difendeva azzuffandosi
con i suoi aggressori.
Le parole di Comollo e le sue incessanti preghiere turbarono
profondamente l'animo di Giovanni tanto che egli stesso un giorno
ricordò nelle sue Memorie: "Posso dire che da lui ho cominciato a
imparare a vivere da cristiano". Grazie al suo atteggiamento così
mansueto e innocente, il futuro santo comprese quanto fosse importante
per lui raggiungere la salvezza dell'anima e ciò rimase talmente
impresso nella sua mente che, quando fondò l'Oratorio a Valdocco, trascrisse su un cartello nella propria stanza: «Toglimi tutto, ma dammi le anime».
L'ingresso del seminario di Chieri, nella via Vittorio Emanuele, dove Giovanni Bosco studiò dal 1835 al 1841.
Nell'autunno del 1832, Giovanni Bosco incominciò la terza grammatica.
Nei due anni seguenti proseguì regolarmente frequentando le classi che
venivano chiamate umanità (1833-34) e retorica (1834-35), dimostrandosi un allievo eccellente, appassionato dei libri e di grande memoria.
Nel marzo 1834 Giovanni Bosco, che si avviava a terminare l'anno di umanità, presentò ai Francescani
la domanda di essere accettato nel loro ordine ma cambiò idea prima di
andare in convento, seguendo un sogno misterioso sulla cosa e il
consiglio diretto di don Giuseppe Cafasso. Decise allora di vestire
l'abito clericale entrando in seminario.[3]
Il giovane prete don Giuseppe Cafasso
gli consigliò di completare l'anno di retorica e quindi di presentarsi
all'esame per entrare al seminario di Chieri, aperto nel 1829. Giovanni
superò l'esame, che si tenne a Torino, il 25 ottobre prese l'abito
ecclesiastico e il 30 ottobre 1835 si presentò in seminario.
Il 3 novembre 1837 Giovanni incominciò la teologia,
studio fondamentale per gli aspiranti al sacerdozio. In quel tempo
occupava cinque anni, e comprendeva come materie principali la dogmatica (lo studio delle verità cristiane), la morale (la legge che il cristiano deve osservare), la Sacra Scrittura (la parola di Dio), la storia ecclesiastica (storia della Chiesa dalle origini del cristianesimo all'età contemporanea).
In seminario Giovanni Bosco rincontrò l'amico Comollo con il
quale poté così ristabilire la salda amicizia di un tempo. Ma il 2
aprile del 1837,
Luigi Comollo, già debole fisicamente, cadde malato e si spense a soli
22 anni. Nella notte dal 3 al 4 aprile, notte che seguiva il giorno
della sua sepoltura, secondo una testimonianza diretta di Giovanni Bosco
e dei suoi venti compagni di camera, alunni del corso teologico[4],
l'amico defunto apparve loro sotto forma di una luce che, per tre volte
consecutive, disse: "Bosco! Bosco! Bosco! Io sono salvo!". A ricordo
dell'evento fu posta una lapide in un corridoio nel Seminario di Chieri.
Il giovane chierico da quel momento in poi decise di "mettere la
salvezza eterna al di sopra di tutto, a considerarla come l'unica cosa
veramente importante". Il suo motto, ispirato a Gn 14,21, che richiudeva
il suo programma di vita, fu sempre: Da mihi animas, coetera tolle ("Dammi le anime, prenditi tutto il resto"), scritto a grossi caratteri su un cartello, che teneva nella sua stanza.
Ritratto giovanile di don Bosco durante i primi anni di sacerdozio.
Il 29 marzo 1841
ricevette l'ordine del diaconato, il 26 maggio incominciò gli esercizi
spirituali di preparazione al sacerdozio che ricevette il 5 giugno 1841
nella Cappella dell'Arcivescovado di Torino.
Diventato prete, ricevette alcune proposte lavorative da parte di
amici e conoscenti che, per ricompensare lui e la sua famiglia dei
sacrifici fatti, lo volevano come istitutore a Genova o come cappellano.
Egli però si rifiutò di accettare tali funzioni sia per una propria
inclinazione all'umiltà, sia per le accese omelie di Giuseppe Cafasso,
che accusava i sacerdoti di ingordigia e avidità, sia per la perentoria
affermazione della madre Margherita: «Se per sventura diventerai ricco,
non metterò mai più piede a casa tua».
Su invito del Cafasso, decise di entrare, primi di novembre del 1841, in Convitto a Torino, un ex-convento accanto alla chiesa di San Francesco di Assisi.
In questo edificio il teologo Luigi Guala, aiutato dal già citato
Cafasso, preparava 45 giovani sacerdoti a diventare preti del tempo e
della società in cui dovranno vivere. La preparazione durò tre anni.
Primi incontri con i giovani disagiati
Don Bosco in mezzo ad alcuni allievi di una scuola corale e strumentale.
Ispirato dalle notizie riguardanti don Giovanni Cocchi, che pochi
anni prima di lui aveva tentato di radunare all'interno di un Oratorio i
ragazzi disagiati di Torino, Giovanni Bosco decise di scendere per le
strade della sua città e osservare in quale stato di degrado fossero i
giovani del tempo. Incontrò così i ragazzi che, sulla piazza di Porta Palazzo,
cercavano in tutte le maniere di procurarsi un lavoro. Di questi
giovani molti erano scartati perché poco robusti e in poco tempo
destinati a finire sottoterra. Le statistiche confermano che in quel
tempo ben 7184 fanciulli sotto i dieci anni erano impiegati nelle
fabbriche[5].
In piazza San Carlo,
don Bosco poteva conversare con i piccoli spazzacamini, di circa sette o
otto anni, che gli raccontavano il loro mestiere e i problemi da esso
generati. Erano molto rispettosi nei confronti del sacerdote che li
difendeva molto spesso contro i soprusi dei lavoratori più grandi che
tentavano di derubarli del misero stipendio.
Insieme con don Cafasso cominciò a visitare anche le carceri e
inorridì di fronte al degrado nel quale vivevano giovani dai 12 ai 18
anni, rosicchiati dagli insetti e desiderosi di mangiare anche un misero
tozzo di pane. Dopo diversi giorni di antagonismo, i carcerati decisero
di avvicinarsi al sacerdote, raccontandogli le loro vite e i loro
tormenti. Don Bosco sapeva che quei ragazzi sarebbero andati alla rovina
senza una guida e quindi si fece promettere che, non appena essi
fossero usciti di galera, lo avrebbero raggiunto alla chiesa di San
Francesco.
L'8 dicembre 1841 incontrò, prima di celebrare Messa, Bartolomeo Garelli nella sacrestia della chiesa di San Francesco d'Assisi.
Questi fu il primo ragazzo che si unì al suo gruppo. Don Bosco aveva
deciso così di radunare intorno a sé tutti i ragazzi degradati della
zona, dai piccoli spazzacamini agli ex detenuti. Fondamenti della sua
futura attività erano tre: l'amicizia con i giovani (che molto spesso
erano orfani senza famiglia), l'istruzione e l'avvicinamento alla
Chiesa. La sera di quello stesso giorno, Giovanni fece amicizia anche
con i tre fratelli Buzzetti, provenienti da Caronno Varesino, che si erano addormentati durante la sua predica.
Quattro giorni dopo, durante la messa domenicale, erano presenti
Bartolomeo Garelli insieme con un nutrito gruppo di amici e i fratelli
Buzzetti, con seguito di compaesani. Quello sarebbe stato il primitivo
gruppo che avrebbe dato il via all'Oratorio di don Bosco. Già poco tempo
dopo il gruppo era talmente numeroso che il sacerdote chiese
l'assistenza di tre giovani preti: don Carpano, don Ponte, don Trivero.
Anche alcuni ragazzi di media cultura si avvicinarono a don Bosco,
aiutandolo a tenere a bada i ragazzi più impulsivi e ribelli.
Nella primavera del 1842, al ritorno dal paese, i fratelli
Buzzetti conducevano con loro il più piccolo, Giuseppe, che si affezionò
molto a don Bosco e decise, in età adulta, di seguire la via del
sacerdozio, divenendo così suo braccio destro nella gestione del futuro
ordine salesiano.
L'azione sociale e sindacale
Don
Bosco seguendo i giovani anche nei cantieri e nei luoghi di lavoro si
accorge come i padroni sfruttassero gli apprendisti utilizzandoli anche
come servitori e sguatteri. Non esistono contratti scritti e il tempo
lavorativo supera di gran lunga le otto ore, non ci sono mansionari per
determinare il tipo di lavoro da eseguire, nessun riposo settimanale e
nessuna tutela di sicurezza o della salute sono previste per i
lavoratori non adulti. Don Bosco si presenta dai datori di lavoro come
garante, ma pretende da loro regole precise.[6]
Così, nella capitale sabauda preunitaria, i primi contratti scritti per
l'apprendistato portano la firma di don Bosco: l'8 febbraio 1852 a
Torino, nella casa dell'oratorio San Francesco di Sales, il giovane
apprendista falegname Giuseppe Odasso firmava il primo contratto di
«apprendizzaggio» in tutta Italia, su carta bollata da 40 centesimi,
garante appunto don Giovanni Bosco. Conservato nell'archivio della
congregazione salesiana insieme con altri contratti, tra cui uno
precedente del novembre 1851 ma in carta semplice, sono il primo esempio
in assoluto per gli stati italici di questo tipo di tutela "sindacale"[7].
Nascono anche i primi laboratori dove don Bosco, aiutato da artigiani
adulti, insegna ai ragazzi senza futuro una professione, un mestiere
specializzato. Queste iniziative saranno poi il fulcro della futura
scuola salesiana. Inoltre don Bosco, sull'esempio delle prime società di
mutuo soccorso che andavano diffondendosi, associazioni libere tra
lavoratori per accantonare dei fondi da utilizzare dai soci qualora
colpiti da malattie o infortuni, promuoverà una "mutua" salesiana per i
suoi "protetti", pubblicandone il regolamento e facendolo entrare in
vigore il 1º giugno 1850[8].
Questa sua azione sociale sollevò malumori contro il sacerdote in
diversi ambienti: dagli anticlericali ai valdesi, dai massoni a certi
ambiti padronali, e tutto questo provocò una serie di attentanti nei
suoi confronti, dai quali però uscì sempre indenne[9]. Inoltre, come già accennato, il fondatore dei salesiani si occupò dei giovani finiti a marcire nelle prigioni piemontesi[10].
Prendendo accordi con le autorità reali, scettiche, chiese di
permettere ai galeotti minorenni di uscire dalle galere per alcune ore
al giorno in modo che potessero imparare dei mestieri e non ricadessero
in futuro negli stessi errori, il tutto sotto la sola sorveglianza di
don Bosco e dei suoi collaboratori senza la presenza di guardie armate[11]. Il progetto ebbe un tale successo che anche dall'estero vennero a studiare il "metodo salesiano" di recupero sociale[12].
Quando nell'estate del 1854 a Torino scoppia il colera nel Borgo Dora,
dove si ammassano gli immigrati, a due passi dall'oratorio di don Bosco,
tutti gli studenti guidati dal santo si metteranno a disposizione delle
autorità sanitarie per soccorrere la popolazione: miracolosamente
nessuno di loro verrà contagiato dal morbo[13].
Le relazioni con altri ambienti cristiani non cattolici
Le
relazioni tra san Giovanni Bosco e gli ambienti protestanti torinesi
furono sempre molto dure. Dapprima egli si limitò a difendere le
dottrine cattoliche e attaccare quelle protestanti. Nel 1859 bruciò, per
mostrare dinanzi ai suoi allievi come dovessero avere in disprezzo
l'eresia, libri protestanti e opuscoli anticattolici, tra cui la Bibbia nell'edizione Diodati, ossia l'edizione utilizzata dai protestanti italiani[14].
Buoni furono i rapporti con Davide Lazzaretti,
che fu ospitato a Valdocco per alcune settimane e fu difeso da don
Bosco quando venne arrestato per vagabondaggio, truffa e cospirazione
politica. Nel 1859 Lazzaretti si era arruolato nella cavalleria
piemontese, prendendo parte nel 1860 alla battaglia di Castelfidardocontro le truppe pontificie.
Tuttavia questo avvenne alcuni anni prima che il Lazzaretti si
autoprocalamasse "Cristo Duca e Giudice" e fondatore della dottrina
millenaristica del Giurisdavidismo[15].
Lazzaretti fu dichiarato eretico dalla Chiesa Cattolica e scomunicato nel 1878.
A servizio della Marchesa di Barolo
Nell'autunno
del 1844 don Giuseppe Cafasso comunicò a don Bosco di preparare le
valigie poiché avevano stabilito che divenisse il direttore
dell'Ospedale di Santa Filomena.
Don Cafasso voleva infatti che il giovane amico facesse conoscenza con
don Giovanni Borel, sacerdote legato al re stesso, che avrebbe potuto
aiutarlo economicamente nella gestione dell'Oratorio. Egli sarebbe
divenuto in seguito il direttore ufficiale di tale associazione.
Il 12 aprile 1846, giorno di Pasqua, finalmente don Bosco trovò un posto per i suoi ragazzi, una tettoia con un pezzo di prato: la tettoia Pinardi a Valdocco.
Nel 1854 don Bosco diede inizio alla Società Salesiana,
con la quale assicurò la stabilità delle sue opere e del suo spirito
anche per gli anni futuri. Dieci anni dopo pone la prima pietra del santuario di Maria Ausiliatrice[16]. Nel 1848, i progressi dell'opera furono elogiati pubblicamente da Pio IX, amico personale di don Bosco[17], a due anni di distanza dall'ingresso al soglio pontificio.
Agli inizi del 1867, don Bosco era a Roma ospite del conte Vimercati. Nel febbraio tornò verso il Piemonte passando dalle Marche e dalla Romagna. A Fermo incontrò, fra gli altri, il giovane Domenico Svampa, futuro vescovo e cardinale; a Forlì, dove la fama di don Bosco era già molto diffusa, fu ricevuto dal vescovo Pietro Paolo Trucchi, che era anche amico del conte Vimercati.
Nel 1872, con santa Maria Domenica Mazzarello, fondò l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con lo scopo di educare, con il medesimo spirito, la gioventù femminile.
In quegli anni molti collegi e istituti scolastici decentrati, di stampo salesiano, furono fondati in Piemonte, come ad esempio il prestigioso collegio San Carlo a Borgo San Martino vicino ad Alessandria.
Le missioni in Argentina
Don Bosco con i suoi ragazzi.
La prima spedizione
Nel 1875 partì la prima spedizione missionaria per l'Argentina, terra della grande emigrazione italiana dell'Ottocento. Don Bosco fondò intanto i Cooperatori, considerati da don Bosco stesso come i «Salesiani Esterni». La presenza dei missionari era stata richiesta dall'arcivescovo, Mons. Aneiros. Informato dal console argentino Giovanni Battista Gazzolo sul lavoro dei Salesiani, propose a don Bosco di accettare la gestione di una parrocchia a Buenos Aires e un collegio di ragazzi a San Nicolás de los Arroyos.
Don Bosco accolse la richiesta. Con una solenne celebrazione nella
Basilica di Maria Ausiliatrice, in Torino, il giorno 11 novembre 1875, prese avvio la prima spedizione missionaria salesiana. Guidati da don Giovanni Cagliero, i missionari di don Bosco si imbarcarono dal porto di Genova il 14 novembre 1875. A Buenos Aires si insediarono in una parrocchia per emigrati italiani.
La seconda spedizione
La seconda spedizione, giusto un anno dopo, il 14 novembre 1876,
portò a sbarcare un altro gruppo di salesiani. Li guidava don Francesco
Bodrato. Con loro venne aperta, sempre a Buenos Aires, una scuola di
arte e mestieri, dove si formavano sarti, falegnami, legatori. Altro
personale arrivò con la terza spedizione missionaria nel 1877. Questa volta, insieme con i Salesiani, arrivarono le prime Figlie di Maria Ausiliatrice, guidate da Suor Angela Vallese.
Il sogno di don Bosco per l'Argentina mirava tuttavia alla Patagonia. Dopo anni di attesa, nel 1879 si presentò l'occasione. Il Governo argentino affidò al generale Julio Argentino Roca la spedizione militare il cui obiettivo era la “conquista del deserto”. Mons. Espinosa, vicario di Buenos Aires, e i salesiani don Giacomo Castamagna e il chierico Botta accompagnarono l'esercito come cappellani. Venne così avviata la missione in Patagonia, Carmen de Patagones, la prima opera salesiana. Più tardi venne aperta Chos Malal, quindi Bahía Blanca, Junín de los Andes e gradualmente le altre case.
Grandi missionari, come don Milanesio e don Fagnano, dedicarono
impegno e creatività pastorale a questa generosa terra e ai suoi
abitanti, soprattutto gli indio delle pampa. Nel 1884 don Cagliero venne nominato vicario apostolico della Patagonia settentrionale e centrale e ricevette la consacrazione episcopale il 7 dicembre
dello stesso anno. L'azione missionaria sognata da don Bosco cominciava
a dare i suoi frutti ecclesiali. L'importanza dei salesiani nella
cultura del paese sudamericano è testimoniata indirettamente dal tango
"Cambalache" ("bottega di rigattiere"), scritto e musicato nel 1934 da
Enrique Santos Discepolo. Il testo, nonostante il pessimismo di fondo
dell'autore, accosta don Bosco a figure positive come lo sportivo Primo Carnera e l'eroe nazionale argentino José de San Martín
Alcune figure di missionari
Dopo
gli inizi, comprensibilmente faticosi, con l'entusiasmo crebbe anche la
consistenza dei figli di don Bosco in Argentina. Al lavoro in questa
terra sono tanti i Salesiani che hanno legato il loro nome scrivendo
pagine straordinarie di evangelizzazione e promozione umana: tra gli
altri don Domenico Milanesio, don Giuseppe Vespignani, don Alberto De Agostini,
Mons. Giuseppe Fagnano, don Luigi Costamagna, il tedesco don Mattia
Saxler, e gli argentini don Stefano Pagliere e don Luigi Pedemonte.
Una presenza stupenda è stata quella di Artemide Zatti, giovane
emigrato italiano che in Argentina diventa salesiano, svolge un lavoro
umile e prezioso come infermiere, condisce di profonda spiritualità e di
carità la sua giornata, muore considerato da tutti un Santo.
Nell'aprile 2002 la Chiesa lo proclama “Beato”:
festa e generoso impegno in tutto il mondo salesiano argentino. Sul
versante educativo la Patagonia argentina ha prodotto due figure
giovanili che hanno raggiunto vertici di santità: Ceferino Namuncurá (figlio del grande Cacico Manuel) e Laura Vicuña
(allieva delle FMA morta tredicenne a Junín de Los Andes). Avviata la
causa di beatificazione di entrambi: Laura è stata proclamata “Beata”
dal Papa il 3 settembre 1988 al Colle don Bosco.
Altra figura significativa è quella di D. Juan E. Vecchi:
grande maestro di pastorale giovanile, è stato l'ottavo successore di
don Bosco. Oggi la presenza salesiana è diffusa su tutto il territorio
argentino (da Buenos Aires a Bahía Blanca, da Córdoba a Rosario, da San Miguel de Tucumán a La Plata) attraverso 2 Ispettorie[18] con oltre 120 opere animate da un migliaio di Salesiani (in gran parte argentini).
Don Bosco morì di bronchite a Torino all'alba del 31 gennaio 1888 all'età di 72 anni e il suo corpo è attualmente esposto all'interno di un'urna nel Santuario di Maria Ausiliatrice, in una cappella in fondo alla navata destra.
Il messaggio educativo si può condensare attorno a tre parole:
ragione, religione, amorevolezza. Alla base del suo sistema preventivo
ci fu un profondo amore per i giovani, chiave di tutta la sua opera
educativa.
Il 2 giugno 1929papa Pio XI lo beatificò, dichiarandolo santo il 1º aprile 1934, giorno di Pasqua.
Tra le opere pittoriche raffiguranti San Giovanni Bosco la più
conosciuta e divulgata, anche sotto forma di santino, è quella del
pittore Luigi Cima, custodita nella chiesa di San Rocco a Belluno.
Papa Giovanni Paolo II nel 1988 lo nomina padre e maestro della gioventù.
Il 16 agosto 2015, nel compimento dei 200 anni dalla nascita,
nelle chiese salesiane d'Italia e del mondo sono stati svolti solenni
festeggiamenti, compreso il pellegrinaggio a Roma in occasione
dell'Angelus di Papa Francesco. Inoltre 5.000 giovani provenienti da
tutto il mondo si sono riuniti, prima a Torino poi al Colle don Bosco,
durante la settimana tra il 10 e il 16 agosto 2015 per festeggiare il
bicentenario in un evento di scala mondiale. Questo evento è noto come
SYM DON BOSCO e il suo motto è "LIKE Don Bosco WITH the young FOR the
young" (ovvero "COME Don Bosco CON i giovani PER i giovani"). Il SYM è
stato caratterizzato da spettacoli e celebrazioni in varie lingue,
prevalentemente inglese, spagnolo e italiano.
In Valle d'Aosta, due scuole parificate portano il suo nome: un istituto di educazione primaria a Aosta e la principale scuola di falegnameria della regione, situata a Châtillon.
I miracoli per la beatificazione
Lanzo Torinese: lapide dedicata a don Bosco nel 1914, anno nel quale era già stato riconosciuto venerabile ma non ancora beato né santo.
Ai fini della beatificazione la Chiesa cattolica ritiene necessario un miracolo: nel caso di don Bosco ha ritenuto miracolose le guarigioni di Teresa Callegari e Provina Negro.
A Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, la ventitreenne Teresa Callegari, nel novembre 1918, si ammalò di polmonite di origine influenzale. Ricoverata in ospedale guarì dalla polmonite ma, durante la convalescenza, si ammalò di poliartrite infettiva ribelle a ogni cura. La patologia si cronicizzò e nel 1921, anche a causa di complicazioni, la donna non riusciva più ad alimentarsi e i medici disperavano di salvarla[20].
Su consiglio di un'amica incominciò una novena a don Bosco, ripetuta nel luglio dello stesso anno. Il 16 luglio,
ottavo giorno della novena, la situazione peggiorò ulteriormente e si
pensò alla morte imminente della giovane. Quest'ultima però, alle 4 di
mattina del 17, come raccontò in seguito, avrebbe visto avanzare verso
il suo letto d'ospedale don Bosco che le ordinava di alzarsi: discese
dal letto senza avvertire più alcun disturbo e, mentre vedeva svanire
l'immagine del sacerdote, corse gridando verso le altre malate incredule[21].
Il giorno dopo i medici, tra cui il dottor Miotto, constatarono
la guarigione, che fu confermata durante il processo apostolico anche
dai dottori Ghisolfi e Fermi e, successivamente, dai dottori Chiays,
Sympa e Stampa. Il processo di beatificazione durò fino al 1929, anno in cui, il 19 marzo, la Chiesa dichiarò miracolosa la guarigione che, istantanea, completa e definitiva, non appariva scientificamente spiegabile[22]. In tale occasione fu dichiarata miracolosa anche la guarigione di suor Provina Negro, appartenente alla congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice:
la sua improvvisa guarigione da una gravissima forma di ulcera allo
stomaco era stata esaminata parallelamente a quella di Teresa Callegari,
ed era stata attribuita all'intercessione di don Bosco[23].
Il sogno delle due colonne
Dipinto raffigurante il sogno profetico di don Bosco sul futuro della Chiesa.
In fondo alla basilica di Maria Ausiliatrice di Torino,
voluta da don Bosco, si trova il dipinto raffigurante il famoso "Sogno
delle due colonne", considerato profetico sul futuro della Chiesa[24].
Il sogno, raccontato dal futuro santo la sera del 30 maggio 1862,
descrive una terribile battaglia sul mare, scatenata da una moltitudine
di imbarcazioni contro un'unica grande nave, che simboleggerebbe la
Chiesa cattolica.
La nave, colpita ripetutamente, viene guidata dal papa ad
ancorarsi, sicura e vittoriosa, fra due alte colonne emerse dal mare.
Queste ultime rappresenterebbero la prima l'Eucaristia, simboleggiata da una grande ostia con la scritta "Salus credentium", la seconda la Madonna, simboleggiata da una statua dell'Immacolata con la scritta "Auxilium Christianorum".
La notte del 13 settembre 1953 il beato cardinale Schuster, allora arcivescovo di Milano, che si trovava a Torino come Legato Pontificio
al Congresso Eucaristico Nazionale, durante il solenne pontificale di
chiusura dedicò a questo sogno una parte rilevante della sua omelia[25].
Scritti di don Bosco
Opere edite
1844: Cenni storici sulla vita del chierico Luigi Comollo, Biografia, Opere Edite, Ed. LAS (Libreria Ateneo Salesiano), I,1
1845: Il divoto dell'Angelo Custode, Novena, OE I,2
1845: Storia Ecclesiastica, Storia, OE I,3
1846: Giordano Felice, Cenni istruttivi di perfezione, Biografia, OE II,1
1846: Esercizio di divozione alla misericordia di Dio, Devozionario, OE II,2
1847: Il giovane provveduto, Educazione alla fede, OE II,3
1847: Storia Sacra ad uso delle scuole utile ad ogni stato di persone / arricchita di analoghe incisioni, I ed. Torino, Speirani e Ferrero; ora: Storia Sacra - in: Storia, OE III,1
1848: Il Cristiano guidato alla virtù ed alla civiltà, Catechismo, OE III,2
1848: L'Amico della Gioventù, Articoli, OE XXXVIII, 3
1849: Il Sistema metrico decimale, Sistema metrico, OE IV,1
1865: Dialoghi intorno all'istituzione del Giubileo, Giubileo, OE XVI,2
1865: La pace della Chiesa ossia il Pontificato di S. Eusebio e S. Melchiade, Papa, OE XVI,3
1865: Lotteria d'oggetti, Lotteria, OE XVI,4
1865: Boccalandro Pietro, Storia dell'inquisizione, Storia, OE XVI,5
1865: Vita della Beata Maria degli Angeli, Agiografia, OE XVI,6
1865: Il Galantuomo pel 1866, Almanacco, OE XVI,7
1866: Elenco degli oggetti graziosamente donati a beneficio degli Oratorii, Lotteria, OE XVII,1
1866: Card. Wiseman, La perla nascosta, Dramma, OE XVII,2
1866: Marchale Vittorio, Una parola da amico all'esercito, Racconto, OE XVII,3
1866: Metti Giulio, Daniele e i tre suoi compagni, Dramma, OE XVII,4
1866: Valentino o la vocazione impedita, Vocazione, OE XVII,5
1866: Chi è D. Ambrogio?! Dialogo tra un barbiere ed un teologo, Racconto, OE XVII,6
1866: Pratiche devote per l'adorazione del SS. Sacramento, Devozionario, OE XVII,7
1867: Vita di S. Giuseppe, Agiografia, OE XVII,8
1867: Novelle e racconti, Racconto, OE XVII,9
1867: Il Centenario di S. Pietro Apostolo, Papa, OE XVIII,1
1867: Vita di San Pietro, Papa, OE XVIII,2
1867: Societas Sancti Francisci Salesii, Società Salesiana, OE XVIII,3
1867: Lettera del Sacerdote D. Giovanni Bosco al P. Alessandro Checcucci, Lettera, OE XVIII,4
1867: Il Galantuomo pel 1868, Almanacco, OE XVIII,5
1868: Il cattolico provveduto per le pratiche di pietà, Catechismo, OE XIX,1
1868: I Papi da S. Pietro a Pio IX, Papa, OE XVIII,6
1868: Notizie storiche intorno al Santuario di nostra Signora della Pieve in vicinanza di Ponzone, Storia, OE XVIII,7
1868: Notitia brevis Societatis Sancti Francisci Salesii, Società Salesiana, OE XVIII,8
1868: Severino, Racconto, OE XX,1
1868: Maraviglie della Madre di Dio, Maria, OE XX,2
1868: Vita di S. Giovanni Battista, Agiografia, OE XX,3
1868: Bonetti Giovanni, Vita del giovane Saccardi Ernesto, Biografia, OE XX,4
1868: Rimembranza di una solennità in onore di Maria Ausiliatrice, Maria, OE XXI,1
1868: Il Galantuomo pel 1869, Almanacco, OE XXI,2
1869: La Chiesa Cattolica e la sua gerarchia, Chiesa, OE XXI,3
1869: Associazione de' divoti di Maria Ausiliatrice, Maria, OE XXI,4
1869: I Concili generali e la Chiesa Cattolica, Chiesa, OE XXII,1
1869: Angelina o l'orfanella degli Appennini, Educazione alla fede, OE XXII,2
1869: Il Galantuomo pel 1870, Almanacco, OE XXII,3
1870: Nove giorni consacrati all'Augusta Madre del Salvatore sotto al titolo di Maria Ausiliatrice, Maria, OE XXII,4
1870: Lemoyne G. B., Biografia del giovane Mazzarello Giuseppe, Biografia, OE XXII,5
1870: Il Galantuomo pel 1871, Almanacco, OE XXII,6
1871: Apparizione della Beata Vergine sulla montagna di La Salette, Maria, OE XXII,7
1871: Corona dei sette dolori di Maria, Maria, OE XXIII,1
1871: Fatti ameni della vita di Pio IX, Papa, OE XXIII,2
1871: Storia Ecclesiastica [quarta edizione migliorata], Storia, OE XXIV,1
1871: Il Galantuomo pel 1872, Almanacco, OE XXIV,2
1872: Società di S. Francesco di Sales. Anno 1872, Società Salesiana, OE XXIV,3
1872: Fondamenti della Cattolica Religione, Catechismo, OE XXIV,4
1872: Il Galantuomo pel 1873, Almanacco, OE XXV,1
1873: Vita di S. Pancrazio [quarta edizione], Agiografia, OE XXV,2
1873: Regulae Societatis S. Francisci Salesii, Costituzioni, OE XXV,3
1873: Le maraviglie della Madonna di Lourdes - (Ai benemeriti nostri corrispondenti e lettori), Maria, OE XXV,4
1873: Societas S. Francisci Salesii. De Societate S. Francisci Salesii brevis notitia, Società Salesiana, OE XXV,7
1874: Regulae Societatis S. Francisci Salesii (Typis de Propaganda Fide, I), Costituzioni, OE XXV,10
1874: Regulae Societatis S. Francisci Salesii (Typis de Propaganda Fide, II), Costituzioni, OE XXV,11
1874: Congregazione particolare dei Vescovi e Regolari, sopra l'approvazione delle Costituzioni della Società Salesiana (marzo 1874), Società Salesiana, OE XXV,12
1874: Sagra Congregazione de' Vescovi e Regolari, Consultazione per una Congregazione particolare (marzo 1874), Società Salesiana, OE XXV,13
1874: Unione cristiana, Regolamento, OE XXV,14
1874: Regulae seu Constitutiones Societatis S. Francisci Salesii
juxta approbationis decretum die 3 aprilis 1874 (Augustae Taurinorum
1874), Costituzioni, OE XXV,15
1874: Società di S. Francesco di Sales. Anno 1874, Società Salesiana, OE XXV,16
1874: Il Galantuomo pel 1875, Almanacco, OE XXV,17
1874: Belasio Antonio Maria, Della vera scuola per ravviare la società, Scuola, OE XXV,5
1874: Il Galantuomo pel 1874, Almanacco, OE XXV,6
1874: Massimino, Racconto, OE XXV,8
1874: Cenno istorico sulla Congregazione di S. Francesco di Sales, Società Salesiana' OE XXV,9
1875: Associazione di opere buone (Unione cristiana), Regolamento, OE XXV,18
1875: Il giovane provveduto (quarantesima seconda edizione), Educazione alla fede, OE XXVI,1
1875: Il Giubileo del 1875, Giubileo, OE XXVI,2
1875: Maria Ausiliatrice col racconto di alcune grazie, Maria, OE XXVI,3
1875: Opera di Maria Ausiliatrice per le vocazioni allo stato ecclesiastico, Vocazioni, OE XXVII,1
1875: Regole o Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales secondo il decreto di approvazione del 3 aprile 1874, Costituzioni, OE XXVII,2
1875: Sagra Congregazione de' Vescovi e Regolari, Consultazione per la Congregazione speciale, Società Salesiana, OE XXVII,3
1875: Il Galantuomo pel 1876, Almanacco, OE XXVII,4
1875: Ioannis Tamietti, Sancti Hieronymi De Viris illustribus, Agiografia, OE XXVII,5
1876: Brevi biografie dei confratelli salesiani, Necrologio, OE XXVII,6
1876: Storia Sacra (edizione decima), Storia, OE XXVII,7
1876: Il cercatore della fortuna (seconda edizione), Varietà, OE XXVII,8
1876: Il cristiano guidato alla virtù ed alla civiltà (edizione seconda), Catechismo, OE XXVIII,1
1876: Cooperatori Salesiani ossia un modo pratico per giovare al buon costume ed alla civile società, Cooperatori, OE XXVIII,2
1876: Chiala Cesare, Da Torino alla Repubblica Argentina. Lettere dei missionari salesiani, Missioni, OE XXVIII,3
1876: Il Galantuomo pel 1877, Almanacco, OE XXVIII,4
1877: Opera di Maria Ausiliatrice per le vocazioni allo stato ecclesiastico, Vocazioni, OE XXIX,1
1877: Regolamento dell'Oratorio di S. Francesco di Sales per gli esterni, Regolamento, OE XXIX,2
1877: Regolamento per le case della Società di S. Francesco di Sales, Regolamento, OE XXIX,3
1877: Regole o Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales secondo il decreto di approvazione del 3 aprile 1874, Costituzioni, OE XXIX,4
1877: Bareris Giulio, La Repubblica Argentina e la Patagonia. Lettere dei Missionari Salesiani, Missioni, OE XXIX,5
1877: Il Galantuomo pel 1878, Almanacco, OE XXIX,6
1877: Società di S. Francesco di Sales. Anno 1877, Società Salesiana, OE XXIX,7
1877: Capitolo Generale della Congregazione Salesiana da convocarsi in Lanzo nel prossimo settembre 1877, Società Salesiana, OE XXVIII,5
1877: Cooperatori Salesiani ossia un modo pratico per giovare al buon costume ed alla civile società, Cooperatori, OE XXVIII,6
1877: Inaugurazione del Patronato di S. Pietro in Nizza a mare, Avvenimento, OE XXVIII,7
1877: La nuvoletta del Carmelo, Maria, OE XXVIII,8
1878: Deliberazioni del Capitolo Generale della Pia Società Salesiana tenuto in Lanzo-Torinese nel settembre 1877, Società Salesiana, OE XXIX,8
1878: Il più bel fiore del Collegio Apostolico ossia la elezione di Leone XIII, Papa, OE XXX,1
1878: Regole o Costituzioni per l'Istituto delle Figlie di Maria SS. Ausiliatrice, Costituzioni, OE XXX,2
1878: Società di S. Francesco di Sales. Anno 1878, Società Salesiana, OE XXX,3
1878: Arrigotti Francesco, Notizie storiche sul convento e sul Santuario di Santa Maria delle Grazie presso Nizza Monferrato, Storia, OE XXX,4
1878: Il Galantuomo pel 1879, Almanacco, OE XXX,5
1878: Lotteria di doni diversi a favore dei poveri giovanetti dell'Ospizio di S. Vincenzo de' Paoli in S. Pier d'Arena, Lotteria, OE XXX,6
1879: Le scuole di beneficenza dell'Oratorio di S. Francesco di Sales in Torino, Società Salesiana, OE XXX,7
1879: Società di S. Francesco di Sales. Anno 1879, Società Salesiana, OE XXXI,1
1879: Il Galantuomo pel 1880, Almanacco, OE XXXI,2
1879: Lemoyne G. Batt., L'arca dell'alleanza, Maria, OE XXXI,3
1879: Esposizione alla S. Sede dello stato morale e materiale della Pia Società di S. Francesco di Sales, Società Salesiana, OE XXXI,4
1879: L'Oratorio di S. Francesco di Sales, Società Salesiana, OE XXXI,5
1879: Scelta di laudi sacre ad uso delle Missioni, Lodi, OE XXXI,6
^Janez Lemoyne, Življenje svetega Janeza Boska, Poslovenil Tone Vode,
Rakovnik-Ljubljana 1934, p. 58. Il capitolo ha il titolo: Diventare il
Francescano? (pagine 55-58). /In sloveno: Ali naj postane frančiškan?/
^Memorie Biografiche di Don Bosco, Vol. I, cap. 52
^Tarcisio Bosco, Don Bosco: Storia di un prete, p. 38
^STORIA
DELLA CHIESA DI ROMA DAL PRIMO AL QUARTO SECOLO di Pier Luigi Guiducci,
Edito da Albatros: Il contributo di Don Bosco (1815 - 1888) a favore
dei giovani lavoratori http://www.rigocamerano.it/Donbosco.html
^Equivalente
al termine "province", utilizzato nella maggior parte delle
congregazioni religiose cattoliche. In precedenza le Ispettorie
salesiane in Argentina erano arrivate fino a 5. Agenzia iNfo SalesianaArchiviato il 13 gennaio 2014 in Internet Archive.
^Dove, Come, Quando - Guida di Torino '98-99, Torino, Gruppi di Volontariato Vincenziano, 1997, p. 364
^Armando Pavese, Guarigioni miracolose in tutte le religioni, Piemme, 2005, p. 178
Sergio Quinzio, Domande sulla santità, don Bosco, Cafasso, Cottolengo, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1986;
Francis Desramaut, Don Bosco en son temps (1815-1888), Torino, Società Editrice internazionale, 1996;
Pietro Stella, Don Bosco, Bologna, Il mulino, 2001;
Pietro Braido, Don Bosco prete dei giovani nel secolo delle libertà, Roma, LAS, 2002-2003;
Giuseppe Buccellato, Alla presenza di Dio, ruolo dell'orazione mentale nel carisma di fondazione di san Giovanni Bosco, Roma, Pontificia università gregoriana, 2004;
Antonio Socci, La dittatura anticattolica, il caso don Bosco e l'altra faccia del Risorgimento, Milano, Sugarco, 2004;
Domenico Agasso, San Giovanni Bosco, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2005;
Marco Bay, Giovanni Bosco a Chieri. 1831-1841. Scuola pubblica e seminario, Roma, LAS, 2010;
Antonio Carrannante,
"La 'linea cattolica': Cesare Cantù e don Bosco", in "Note sull'uso di
'galantuomo' nell'Ottocento", in "Otto/Novecento", maggio/agosto 2010,
pp. 49–51.
Pierluigi Guiducci, Senza aggredire, senza indietreggiare. Don Bosco e il mondo del lavoro. La difesa dei giovani, prefaz. Valerio Bocci, direttore generale Ldc, Elledici, Torino 2012.
Cristina Siccardi, Don Bosco mistico. Una vita tra cielo e terra, La Fontana di Siloe, Torino 2013.
Francesco Motto, Un obiettivo mancato per poco - La sua Storia sacra in adozione nelle scuole del Regno -in Bollettino Salesiano, settembre 2017
Francesco Motto, José Manuel Prellezo, Fonti salesiane. 1. Don Bosco e la sua Opera,Roma, LAS,
Filmografia
Don Bosco, film, regia di Goffredo Alessandrini, con Gian Paolo Rosmino, Maria Vincenza Stiffi, Roberto Pasetti, Ferdinando Mayer, Vittorio Vaser, Felice Minotti, 1935;